C' è stato anche quello della stessa Catiuscia Marini tra gli 11 voti con i quali l' Assemblea legislativa dell'Umbria ha approvato la mozione di maggioranza con la quale le è stato chiesto di ritirare le dimissioni. IL voto di Marini ha di fatto ha permesso di raggiungere la maggioranza assoluta necessaria a far passare l' atto. Non hanno invece partecipato al voto i consiglieri regionali del Pd Giacomo Leonelli, che aveva annunciato la sua decisione nel corso del dibattito, e Luca Barberini, ex assessore regionale alla Sanità che non si è più presentato in aula dopo essere stato coinvolto nell' indagine sui concorsi all' ospedale di Perugia. "Ovviamente il mio voto è un voto tecnico, come componente della maggioranza del Consiglio regionale - ha spiegato Marini nel suo intervento - e l' ho espresso intanto per consentirmi di partecipare ai lavori conclusivi di questa Aula, per esercitare in maniera autonoma la mia decisione come presidente della Regione". Ricordando poi di essere stata lei stessa eletta.
"Non si sta in Paradiso a dispetto dei santi...": lo ha detto la presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini prendendo la parola in Assemblea legislativa dopo il voto favorevole alla mozione della maggioranza che le chiedeva di ritirare le dimissioni. Che ora spetta a lei decidere se confermare o ritirare. Per Marini "ci sta che questa sia una legislatura a chiusura anticipata". La presidente ha rivendicato la sua autonomia. Ha poi sottolineato che se si dovesse attenere al codice etico del Pd "dovrei attendere mesi di legislatura".
Catiuscia Marini deciderà comunque "in tempi brevi e nel rispetto dell' articolo 64" dello Statuto della Regione Umbria se confermare o ritirare le dimissioni. "Ho agito sempre - ha sottolineato Marini - con onestà, in buona fede e nel rispetto della legge. So che ho fatto errori politici e umani ma ho sempre rispettato la legge". "Non lascio macerie - ha detto in uno dei passaggi del suo lungo intervento - né in materia di bilancio né sul sistema sanitario".
"Mi sono interrogata su una sorta di accanimento terapeutico che viene esercitato quando il presidente di Regione è una donna e non viene esercitato con la stessa forza e virulenza quando è un uomo": ha sottolineato la Marini nel corso del suo intervento. "Me lo sono domandato..." ha aggiunto. "E' un tema che consegno soprattutto - ha sottolineato Marini - alle donne che si vorranno candidare oltre a quelle che sono già in quest' aula. Non è esattamente la stessa cosa - ha detto Marini - e l' ho vissuta anche su di me".