"Dobbiamo rientrare? Sì, ma in sicurezza". Lo chiede a gran voce il gruppo di docenti della scuola dell'Infanzia "Ora Basta" di Perugia. Le insegnanti si dicono stanche e scarsamente considerate dall'opinione pubblica. "Siamo stanche per la mancata considerazione del contributo che la nostra scuola apporta alla crescita psicofisica dei bambini" hanno dichiarato in una nota. Il gruppo in vista di una possibile riapertura delle scuole esprime le proprie e profonde perplessità "Non è pensabile riaprire in condizioni, forse anche peggiori rispetto ad un mese fa" hanno affermato "vista l'incidenza delle varianti, considerando che il nostro è l'unico ordine di scuola in cui non è previsto distanziamento, né l'utilizzo di dispositivi di protezione personale per i bambini, mettendo a rischio notevole la salute di tutto il personale e delle famiglie, che non sempre comprendono fino in fondo l'effettivo pericolo". "Se come dicono" hanno aggiunto "il rischio si è veramente ridimensionato così da pensare di riaprire in presenza con bambini così piccoli nelle condizioni sopra descritte e senza alcun monitoraggio né misure preventive, ci chiediamo come mai non sia disposta anche la riapertura della scuola primaria, ad esempio, dove la gestione della sicurezza è sicuramente in molti aspetti più fattibile vista l'utilizzo dei dispositivi e l'organizzazione distanziata all’interno delle classi". Il gruppo "Ora basta" si dichiara comprensivo nei confronti dei genitori e della situazione a cui sono chiamati a rispondere tra lavoro e difficoltà di gestione dei figli, ma allo stesso tempo chiedono con forza di essere ascoltate: "Abbiamo bisogno di capire quale sia il nostro ruolo nel processo di istruzione di questo paese, capire perché in molti aspetti siamo equiparati ai colleghi, avendo lo stesso inquadramento giuridico, e in molti altri essere considerate tutt’altro [...] Quale peso ha il nostro diritto a lavorare in ambienti sicuri, e soprattutto quanto conta il nostro diritto alla salute sancito dall'articolo 32 della Costituzione Italiana? Non vediamo l’ora di rientrare e rivedere in presenza i nostri bambini ma non potete ignorare i nostri diritti: servono disposizioni di protezione e di monitoraggio serie anche per noi".