La preziosa mostra, ospitata in Umbria a Gualdo Tadino per le festività natalizie, svela al grande pubblico, in un luogo altrettanto significativo qual è quello della Chiesa monumentale di San Francesco, la storia, i segreti e la tradizione dei presepi napoletani settecenteschi. In questo suggestivo contesto si possono ammirare un numero cospicuo di opere d’arte (pastori, animali, nature morte), frutto della manualità e dell’estro creativo degli artisti, artigiani e modellatori napoletani del Settecento, provenienti dal Polo Museale della Campania e custoditi nelle collezioni della Certosa e Museo Nazionale di San Martino, conosciuto in Italia e all’estero anche per l’importante sezione presepiale, tra cui il famoso presepe Cuciniello, noto in tutto il mondo. La definizione del presepe settecentesco napoletano è quella di “presepe cortese”, sviluppatosi presso la corte borbonica e nelle dimore aristocratiche, alimentato da una grande disponibilità di risorse e di spazi: una esercitazione colta, alla ricerca della sontuosità e della rielaborazione fantastica. Le sculturine stesse che rappresentano le figure umane, dette pastori, sono concepite per essere atteggiate in varie pose, grazie alla struttura interna snodabile in filo di ferro e stoppa. Ad arricchire nello stesso periodo lo spazio museale, in una sezione apposita, un altro progetto espositivo con opere novecentesche e contemporanee provenienti da collezioni private: si tratta dei manufatti della storica Bottega Ferrigno, sita in via San Gregorio Armeno. Dal 1836 i Ferrigno sono maestri dei pastori in terracotta e dalle loro mani la materia è modellata con grande maestria: pastori, “scenette”, particolari famosi ispirati agli storici presepi, rivivono unendo idealmente la grande arte del passato ai giorni nostri.