L'ultima foto di questa via, una delle più belle di Gubbio, via Alessandrini, un'erta ripida dove il passo è scandito da scalini bassi che sale da via XX settembre verso il monte Ingino, l'ha scattata lo scorso week end la popolare cantante Cristina D'Avena, a Gubbio per uno spettacolo, pubblicandola come esempio di bellezza dell'Umbria su Instagram .
E' solo l'ultima di una lunga serie che documenta l'apprezzamento di turisti e non solo per questa via che, bella di suo da un punto di vista architettonico, lo è ancora di più da quando, ed erano gli anni '80 del secolo scorso, la signora Peppina Ronchi decise di farne un giardino per la città. Ogni anno, ogni stagione via Alessandrini profumava di fiori piantati e curati con un gusto che più volte le ha fatto vincere premi e menzioni nel concorso “Colora con i fiori la tua città “ ideato e promosso dal Lions Club locale. La signora Peppina oggi non c'è più, ma prosegue la sua opera di abbellimento la figlia Luciana, aiutata dagli abitanti della via, Sabrina Monacelli tra questi, e continuando a fare di via Alessandrini un'attrazione malgrado poche guide turistiche conoscano anche solo l'esistenza di questo spazio urbano . Anche oggi, giornata ventosa e rigida, Luciana è al lavoro nella cura dei fiori, i gerani estivi sono ancora belli e colorati, tra poco con il freddo, pianterà le viole pansè che per tutto l'inverno daranno colore alle pietre bianche e rosa . Lo fa perchè la mamma Peppina glielo ha lasciato in eredità, una sorta di testamento morale a cui non è dato prescindere
Via Alessandrini tuttavia non è solo un vicolo attentamente curato, qui si respira lo spirito vero di Gubbio fatto di socialità ed accoglienza. Oggi come ieri Luciana apre la sua casa per un caffè a chi passa, rinnovando una tradizione che faceva della signora Peppina una sorta di ambasciatrice di Gubbio . Nella sua vita è stata una persona semplice, con la licenza elementare in tasca, eppure capace con la sua umanità di dialogare con un parterre di turisti di provenienza internazionale: faceva la foto con loro sulla via agghindata a festa, li invitava a casa, eppoi, non è dato sapere in quale lingua comune reciprocamente comprensibile, raccontava della sua Gubbio, si faceva lasciare l'indirizzo e inviava loro bigliettini d'auguri a Natale, Pasqua, Capodanno. Molti, moltissimi rispondevano dal Giappone, dal Regno Unito, dagli Stati Uniti, dalla Francia e oggi una scatola conserva questa commovente corrispondenza . Colpisce la misisva del direttore del Teatro la Fenice di Venezia che scrive a Peppina ringraziandola per la sua accoglienza : “Via Alessandrini – scriveva – potrebbe benissimo essere via Peppina tanto rappresentantiva è la signora della sua città”. E mentre sui social si discute sulla possibilità o meno di dare un premio come Comune di Gubbio a questa famiglia, chissà che un giorno possa arrivare anche la dedicazione ufficiale della via. Non fosse altro per restituire idealmente quanto generosamente offerto e per sanare una ferita che resta indelebile. Peppina, infatti, così generosa nell'aprire la propria casa a tutti, morì nel febbraio 2013 all'età di 91 anni alcuni mesi dopo una brutta caduta, causatale da un ladro che entrò furtivamente nel suo appartamento. Vista la persona, forse se le avesse chiesto quello che cercava, glielo avrebbe dato aprendogli la porta .
Gubbio/Gualdo Tadino
23/10/2018 16:22
Redazione