Era un ragazzino di 13 anni Cesare Moisè Finzi quando nel 1943 fuggì da Ferrara con la sua famiglia cercando nascondiglio e protezione dalle leggi razziali che li condannavano alla deportazione. I Finzi , insieme ai cugini Rimini , noti commercianti ebrei tra Ferrara e Mantova, trovarono riparo nei luoghi delle loro villeggiature estive, sulla costa adriatica a Gabicce, cambiando il proprio cognome eppoi aiutati da gente del posto riparando a Modaino e Montefiore Conca trasportati su un carretto trainato da buoi. Si salvò ed oggi ad 89 anni gira l'Italia per raccontare la sua esperienza di vita raccontata anche in due libri ‘Qualcuno si è salvato’ pubblicato da ‘Il ponte Vecchio’ nel 2006 e ‘Il giorno che cambiò la mia vita’ editore Topipittori nel 2009 . Stamani a Gubbio alla Biblioteca Sperelliana, accolto dal sindaco Filippo Stirati, ha parlato ad una platea di bambini delle V elementari nell'ambito del progetto "Ricordare: l'importanza della memoria storica" in collaborazione con l'associazione Famiglie 40 Martiri. "Giro l'Italia perchè non si perda la memoria di quello che è accaduto - ha detto - Sono i bambini soprattutto quelli che debbono conoscere perchè molti noi testimoni viventi ormai sono morti. Chi resta ha il dovere di tramandare". Alla domanda se lo preoccupano i recenti fenomeni di recrudescenza antisemita, Cesare risponde: " Molto. Spero solo che siano fatti singoli di persone che vogliono mettersi in evidenza"
( l'intervista stasera su Trg ore 19.30 , replica 20.20 nel tg )