Hanno chiesto gli arresti domiciliari, perchè non sussiste alcuna possibilità di reiterare il reato, i legali dei tre giovani di Bastia Umbra, arrestati e detenuti a Capanne con l'accusa di rissa aggravata e omicidio preterintenzionale ai danni di Filippo Limini, lo spoletino morto alla vigilia del Ferragosto all'esterno della dicoteca Country di Bastia Umbra. Degli arrestati, Brendon Kosiqi di 19 anni era al volante dell’auto che in retromarcia ha investito Limini, già steso a terra dopo aver ricevuto un pugno da Denis Hajderlliu di 20 anni; con loro Kevin Malferteiner di 23 anni. Oggi, nell'interrogatorio davanti al gip Natalia Giubilei, i tre hanno ricostruito quella notte dove una rissa tra due gruppi si è trasformata in tragedia. La posizione dei tre ragazzi è complessa ed avrà conseguenze diverse asseconda che l'autopsia, attesa per giovedì, stabilisca che Filippo è morto a seguito del pugno o per essere stato investito dall'auto in retromarcia. Per l'avvocato Daniela Paccoi che difende Denis, il 20enne che ha sferrato il pugno, il giovane non avrebbe colpito con violenza, non ne sarebbe stato fisicamente capace e avrebbe reagito per difendersi a sua volta da un'aggressione. Si è giustificato davanti al giudice anche Brendon, il ragazzo che guidava l'auto: non voleva investire Filippo, semplicemnte non si era accorto che fosse steso per terra . Il pm Paolo Abbritti ha richiesto che i tre restino in carcere, rilevandone una spiccata pericolosità sociale. Le difese parlano invece di ragazzi fortemente prostrati dai fatti.