«Come senatore della repubblica, come umbro, come spoletino, intendo suscitare l’interesse di un maggior numero di cittadini e imprese su ciò che sta accadendo alla Bps, la Banca popolare di Spoleto, quella che era la banca degli umbri». L’obiettivo – si legge in una nota del senatore - è quello di voler essere «parte attiva nelle scelte di chi oggi ha il controllo della banca». «Pensare a una fusione come unica soluzione – spiega Zaffini – significherebbe la fine della storia per un istituto di credito che ha svolto un ruolo fondamentale nell’economia della nostra regione, scandendo la storia di decine di migliaia di piccoli risparmiatori e di migliaia di famiglie. La fusione significherebbe un colpo di spugna, l’annullamento del lavoro di tutti coloro che negli anni si sono impegnati nel progetto». Secondo Zaffini «ignorare tutto ciò equivarrebbe ad azzerare la costituzione di aziende, il loro sviluppo, gli anni migliori della nostra economia regionale e non solo. Per tutto questo – è la proposta - chiediamo a chi ha il potere di prendere decisioni importanti di coinvolgere i territori, che sono ampi. Vogliamo, insomma, essere ascoltati, interloquire, essere parte attiva perché a dispetto dei santi non si va in Paradiso ». Venerdì 7 dicembre alle 18 a Villa Redenta, a Spoleto, si terrà l’iniziativa «Stop Bps stop – Non firmiamo il certificato di morte della banca degli umbri», iniziativa proposta dal senatore Zaffini in segno di «amore verso l’Umbria. Un ‘ultimo appello’ ad occuparci delle cose che contano davvero».