Skin ADV

C.Castello: audizione del Direttore generale della Ausl 1

C.Castello: audizione del Direttore generale della Ausl 1
“Non c’è alcun atto o documento programmatico che preveda lo smantellamento o la chiusura di servizi, ma stiamo, anzi, lavorando per mantenere e migliorare le eccellenze dell’ospedale di Città di Castello e per dare ulteriore qualità al sistema sanitario di questo territorio”. E’ quanto ha garantito in sintesi il direttore generale dell’Usl Umbria 1 Giuseppe Legato nella riunione della terza commissione consiliare permanente “Servizi”, che si è tenuta ieri sera nella residenza municipale di Città di Castello. Invitato dal presidente della commissione Cesare Sassolini, il responsabile dell’azienda sanitaria ha illustrato gli scenari attuali e futuri della sanità a Città di Castello e in Alta Valle del Tevere, rispondendo alle domande dei membri dell’organismo consiliare e del consiglio comunale intervenuti all’incontro. Alla riunione hanno partecipato il sindaco Luciano Bacchetta e il vice sindaco Michele Bettarelli, il vice presidente del consiglio regionale Andrea Lignani Marchesani e l’assessore provinciale Domenico Caprini. Al termine del summit, Bacchetta ha, infine, preannunciato un’iniziativa pubblica con la partecipazione del direttore generale Legato il prossimo 17 ottobre alle 21 nella sala del consiglio comunale per un confronto con il mondo del volontariato. -- Di seguito il dibattito per esteso: "A introdurre i lavori è stato il presidente della commissione Servizi Cesare Sassolini (Polo Tifernate), che ha ringraziato il direttore generale Legato per la disponibilità a intervenire in un dibattito senza argomenti prefissati. Sassolini ha quindi parlato di “una diffusa preoccupazione dei cittadini circa il possibile smantellamento dei servizi dell’ospedale di Città di Castello, con lo spostamento di primari, la riduzione della funzionalità di alcuni reparti e il trasferimento di tecnologia”. “C’è timore che Città di Castello possa diventare satellite rispetto ad altri territori - ha sostenuto Sassolini - pur venendo da una tradizione di gestione virtuosa della sanità, con molti reparti che sono fiori all’occhiello a livello regionale”. Il sindaco Luciano Bacchetta ha affermato che la sensazione netta è che, a fronte di un fatto sostanziale, che è quello di nessun taglio vero, di nessun depauperamento di servizi, personale e risorse, ci sia una percezione piuttosto diffusa che l’ospedale tifernate si starebbe ridimensionando”. “La mia opinione è che dobbiamo fare uno sforzo di comunicazione importante per dare un messaggio di verità, rispetto a chi strumentalizza la situazione per finalità politiche, perché il nostro presidio continua a funzionare bene”, ha rimarcato Bacchetta. Il consigliere Davide Pazzaglia (Pdl) ha posto la questione delle liste di attesa, chiedendo “un abbattimento dei tempi e un miglioramento del servizio Cup”. Il consigliere ha richiamato l’attenzione su un recente disservizio al pronto soccorso tifernate per sollecitare il potenziamento del servizio, sostenendo anche l’esigenza di migliorare le Unità Operative di Ortopedia, Oculistica e Chirurgia. A sostenere la necessità di migliorare sia le attività di prenotazione e riscossione del Cup è stato anche Valerio Mancini (Lega Nord), che ha proposto il pagamento anticipato delle prestazioni anche per scongiurare il fenomeno della mancata presentazione degli utenti agli appuntamenti e ha posto il problema del controllo degli esami prescritti dai medici di base. L’esponente del Centrodestra ha anche chiesto di conoscere l’entità e le caratteristiche delle prestazioni erogate agli extracomunitari e di sapere quali siano punti di forza e debolezza della sanità nel territorio. Da Gionata Gatticchi (Pd) è venuta l’istanza di una valorizzazione del concetto di Umbria policentrica anche nella gestione della riforma del sistema sanitario regionale, con la richiesta di conoscere gli obiettivi della direzione generale dell’Usl Umbria 1 quanto alla specializzazione dei poli ospedalieri presenti nel territorio di riferimento. A chiedere quali interventi finanziari siano previsti per mantenere e potenziare i servizi di eccellenza dell’ospedale tifernate è stato Luigi Bartolini (Psi), che ha manifestato l’esigenza di chiarimenti circa l’effettiva intenzione dell’azienda di tagliare straordinari e reperibilità del personale. Il consigliere della maggioranza ha anche espresso preoccupazione per una recente graduatoria che collocava l’ospedale tifernate in posizione estremamente lontana da strutture come Perugia e Branca. Il consigliere Mauro Severini (Pd) ha sostenuto che l’unificazione dettata da una riforma imposta dalle minori risorse disponibili “non possa che andare in cerca delle sacche di improduttività e di processi specializzazione dei poli ospedalieri”. La riorganizzazione va bene se è a vantaggio di tutti”, ha sostenuto Severini, che ha chiesto la dovuta attenzione per i servizi locali a fronte di un accentramento gestionale su Perugia, che porta dei rischi. Nel condividere le preoccupazioni per la perdita di rilevanza delle esigenze dell’Alta Valle del Tevere rispetto a quelle di Perugia, il consigliere Alessandro Alunno ha chiesto i motivi dello scivolamento indietro dell’ospedale tifernate in base alla graduatoria citata in precedenza ed espresso la necessità di conoscere quali siano gli interventi strategici che l’azienda abbia intenzione di attuare. L’esponente della maggioranza ha anche stigmatizzato la rinuncia alla fornitura di acqua ai pazienti ricoverati all’ospedale, chiedendo la reale incidenza economica di questo servizio. Della necessità di gestire in maniera adeguata l’appropriatezza delle prescrizioni e le stesse modalità operative dei medici di medicina generale, nei cui ambulatori si formano costantemente file chilometriche, è stato Luca Cuccaroni (Fdu), che ha posto l’esigenza di attivare prenotazioni e pagamenti delle prestazioni mediche on line per abbattere le file al Cup. Il rappresentante della minoranza ha posto anche la questione dei servizi territoriali, in particolare della riabilitazione a palazzo Mercati, che necessita di interventi anche strutturali, ha chiesto una valutazione su un diverso utilizzo dell’ospedale di Umbertide per minimizzare i costi e invitato a spiegare quali siano i parametri in base ai quali viene valutato il grado di soddisfazione degli utenti. A parlare delle percezione diffusa di “essere fagocitati” in un sistema da 550mila abitanti e dalle strutture di Perugia è stato Gaetano Zucchini (Pd), che ha sostenuto il bisogno di “difendere non il localismo della salute, ma la prossimità della salute”. Il consigliere di maggioranza ha chiesto di mantenere la qualità dei servizi come requisito fondamentale per attivare una progettualità strategica ed espresso l’opportunità di rimuovere le duplicazioni di servizi e di “creare nel territorio una rete che ora non c’è di servizi intermedi prima dell’ingresso in ospedale e dopo la dimissione”. “L’azienda ha anche bisogno di maggiore comunicazione”, ha detto Zucchini, che ha sollevato anche il problema del precariato. L’ultimo accenno è stato, poi, per villa Montesca, con la richiesta di valorizzazione come centro di aggiornamento permanente per tutta l’Usl Umbria 1. L’assessore provinciale Domenico Caprini ha sottolineato la necessità di garantire innanzitutto la qualità dei servizi. Caprini ha parlato di una riorganizzazione regionale che deve compiere scelte di razionalizzazione e specializzazione, ad esempio, sulla chirurgia, sull’emodinamica e sui punti nascita e puntato l’indice su alcune questioni: il pronto soccorso dell’ospedale di Città di Castello, “che non ha una copertura di 24 ore del triage, perché dobbiamo garantire lo stesso servizio a Umbertide, dove invece potrebbe essere solo diurno, visto che nella struttura tifernate si fanno 27 mila prestazioni e in quella umbertidese mille”; la situazione della sala gessi del nosocomio tifernate, “che è aperta solo tre volte a settimana e causa disagi e ritardi”; la disponibilità di posti per pazienti psichiatrici; la concessione della sede amministrativa a Città di Castello e l’esigenza di maggiore confronto dei vertici dell’Usl Umbria 1 con il personale dirigenziale dell’ospedale tifernate. Il vice presidente del consiglio regionale Andrea Lignani Marchesani ha fatto presente che nel quadro della riorganizzazione della sanità regionale Città di Castello in questo momento è l’unica che sta pagando, perché non ha più una sede amministrativa. Il rappresentante dell’assise umbra ha invitato perlomeno i vertici dell’Usl Umbria 1 a garantire il più possibile la propria presenza nell’ospedale tifernate, “che è la migliore risposta alle beghe geopoltiche”. Lignani ha quindi sollecitato a potenziare la neonatologia, visti gli standard elevati del punto nascita tifernate, e a risolvere la questione dei precari, anche attuando una politica sulla selezione del personale che punti a prorogare le graduatorie vigenti, prima di attivare concorsi. A proposito dei concorsi, è stato inoltre chiesto conto delle selezioni per le categorie protette. Lignani ha poi sollevato alcune questioni: “la spesa enorme” per le assicurazioni; l’esigenza di andare ad una internalizzazione del servizio 118; la modalità di autosomministrazione dei farmaci adottata dal Ser.T. a Città di Castello, “che ha la controindicazione di poter generare un mercato esterno di sostanze e che non capisco se risponda a una politica aziendale”. Il direttore generale dell’Usl Umbria 1 Giuseppe Legato ha articolato il proprio intervento in maniera tale da rispondere in modo puntuale alle diverse istanze degli interlocutori, affrontando le diverse questioni presentate. Sulla politica dell’azienda, Legato ha fatto presenti le dimensioni della nuova organizzazione sanitaria territoriale, che tra Città di Castello e Perugia ha messo insieme circa 4 mila addetti, con sette ospedali e quattro distretti, un bilancio di 898 milioni di euro, che ha ricevuto tagli per il 2013 dal sistema sanitario nazionale per 9 milioni, ma poggia sui bilanci in salute ereditati dalle due aziende sanitarie fuse. Il direttore generale ha parlato dell’obiettivo di far lavorare in sinergia personale e strutture, che viene attuato, tra le altre azioni, con lo spostamento dei professionisti nei diversi plessi ospedalieri per integrare le prestazioni specialistiche secondo la logica che è il medico ad andare dall’utente e non viceversa, e con una riorganizzazione dei dipartimenti. “Quando andremo a fare la riorganizzazione – ha detto – vedrete che i direttori di dipartimento saranno più di questa area che dell’altra”. In questo contesto, il direttore generale ha escluso il trasferimento dei macchinari tecnologici. “I professionisti stanno lavorando in perfetta sinergia e con la nuova e condivisa organizzazione che daremo, rilanceremo motivazioni ed entusiasmo”, ha detto Legato, che ha chiarito come i vertici dell’azienda siano costantemente presenti nel territorio per confrontarsi con il personale. L’obiettivo della riduzione della spesa farmaceutica, specie in Alta Umbria, è stato definito prioritario per compensare i tagli alle risorse pubbliche ed è stato oggetto di un accordo con i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta. Sulla medicina di base Legato ha garantito che verranno fatti controlli sull’appropriatezza delle prescrizioni. Per quanto riguarda la riorganizzazione, è stato chiarito che, specie in questo territorio, si continuerà a valorizzare il policentrismo, con la garanzia della presenza delle discipline mediche attuali, pur in una specializzazione graduale dei dipartimenti. La politica per straordinari e reperibilità è quella di dare priorità a budget, modelli gestionali e organizzazione. “Quando vengono sforati i parametri – ha chiarito Legato - non pago con risorse bilancio, perché non si può fare, visto che ci sono fondi nazionali ad hoc”. Il direttore generale ha manifestato la propria determinazione a combattere le sacche di inefficienza, a partire da una gestione centralizzata a livello regionale del parco automezzi (370 autoveicoli tolte le ambulanze) che da gennaio verranno prenotati per le esigenze di servizio. L’azienda sta valutando di condurre un’indagine sulla qualità percepita dall’utenza, in modo da verificare la situazione al di là degli indicatori economici. Verranno incentivati i servizi on line, come quello del ritiro dei referti, mentre sono già in rete le immagini radiologiche, innovazione che ha permesso di risparmiare 60 mila euro per la lettura finora affidata all’esterno delle mammografie. Legato ha ammesso l’esistenza di un deficit sulla comunicazione e l’intenzione di migliorare per valorizzare la qualità effettiva dei servizi. Per l’emodinamica, il direttore generale ha chiarito che è necessario attendere il decreto preannunciato dal governo, mentre sull’autosomministrazione dei farmaci al Ser.T, ha condiviso le perplessità sollevate, precisando che non si tratta di un metodo omogeneo a livello regionale. Per i precari, Legato ha chiarito che la politica è di azzerare gli attuali contratti libero professionali, trasformandoli in assunzioni a tempo determinato in attesa dei concorsi. “Per gli operatori socio sanitari stiamo utilizzando la graduatoria di Città di Castello in tutto il territorio dell’azienda”, ha detto Legato, che ha precisato come le attuali graduatorie per oss e infermieri verranno prorogate fino a 2015, mentre per le categorie protette ci si deve rifare alla graduatoria .dell’Ufficio Provinciale. Quanto all’ospedale di Città di Castello, Legato ha sottolineato come le risorse previste siano state mantenute e come il fatturato sia in aumento, dopo una flessione lo scorso anno. Il direttore generale ha garantito che non è in atto, né verrà attuato, alcun spogliamento dei servizi, che anzi è obiettivo dell’azienda preservare e potenziare. L’indirizzo generale è di diminuire i ricoveri inappropriati in Medicina generale, con l’esigenza di ridurre il dato di degenza media di otto giorni, e garantire quelli appropriati in Chirurgia, ponendo la questione della riconversione di posti letto per favorire la creazione di una residenza sanitaria assistita che manca nel comprensorio e dovrà permettere di garantire una degenza extraospedaliera ai pazienti che necessitino di periodi più lungi di assistenza. A questo proposito il Piano Attuativo Locale prevede la riconversione di 48 posti nei tre plessi ospedalieri dell’Alta Umbria, che hanno 320 posti letto, mentre per l’ospedale umbertidese non ci sono attualmente programmi che giustifichino una diversa operatività. Tra le eccellenze dell’ospedale tifernate, Legato ha citato il punto nascita, che raccoglie il 93 per cento delle donne residenti, e per il quale la prossima settimana verrà avanzata alla Regione la richiesta di copertura del primariato con concorso. Stessa richiesta di concorso verrà attivata anche per il primariato di Radioterapia. Il direttore generale ha dato conto di in un indice di attrazione dell’utenza in aumento a Ortopedia e dell’intenzione di potenziare Oculistica, anche grazie alla nuova dotazione tecnologica per il glaucoma. Legato ha informato che i 39 addetti che sono andati in pensione fino al 30 settembre scorso a Città di Castello, al momento sono stati sostituiti con 26 persone, con la copertura integrale degli infermieri, mentre non sono stati rimpiazzati cinque amministrativi e un direttore di struttura complessa. Il direttore generale si è riservato di verificare quali siano stati i criteri della graduatoria recentemente pubblicata sugli ospedali regionali e di valutare quindi la reale portata della classificazione attribuita al nosocomio tifernate. Sulla questione delle bottiglie di acqua, il direttore generale ha anticipato l’intenzione di rivedere il provvedimento, che comporta un risparmio di 30-35 mila euro, il quale con la razionalizzazione condotta sulla ristorazione è già stato ampiamente recuperato. Legato ha inoltre preannunciato l’imminente completamento della palazzina polifunzionale e un intervento per riqualificare la struttura per la riabilitazione. Il direttore generale si è riservato di approfondire il discorso che riguarda la sala gessi. A proposito delle liste di attesa, Legato ha spiegato che su circa 100 tipologie di prestazioni, sono 20 fuori dai tempi massimi, soprattutto per l’applicazione dei Raggruppamenti di attesa omogenei (Rao), giudicando, comunque, complessivamente buone le performance ottenute, senza nascondere l’esistenza di qualche problema sulle prestazioni a 180 giorni. È stata comunque avviata una revisione dell’organizzazione del Cup, nell’ottica di migliorare il sistema. “Anche se ci sono criticità – ha detto Legato – ho dato disposizioni di pubblicare sul sito i tempi per dare conto ai cittadini del nostro operato”. Legato ha invitato a considerare anche il problema del 15-20 per cento di utenti che non si presentano e non avvisano, contribuendo a dilatare i tempi. Quanto alle prestazioni erogate agli extracomunitari, Legato ha ammesso il limite di attenersi alle autocertificazioni e l’attivazione, comunque, dietro segnalazioni, per recuperare eventuali abusi, ribadendo che l’assistenza viene fornita in base alle direttive regionali. Per il pronto soccorso dell’ospedale tifernate, Legato ha riconosciuto che il recente disservizio balzato alla ribalta delle cronache non dovrà verificarsi ancora, invitando, comunque, a valutare il servizio per l’elevato numero di prestazioni (circa 27 mila) erogato e la professionalità che lo caratterizza. Legato ha spiegato che il pronto soccorso di Città di Castello non ha mai avuto il triage per 24 ore, anticipando l’intenzione, comunque, di rivedere l’organizzazione per alcune funzioni di emergenza esternalizzate. In questo contesto, Legato si è riservato di approfondire la questione del 118, limitandosi ad osservare che a Perugia il servizio è interno e gli addetti sono tutti dipendenti dell’azienda. Per Villa Montesca, Legato ha anticipato la disponibilità a favorire un utilizzo che valorizzi la struttura, pur tenendo presente che su Perugia c’è già un centro di formazione di eccellenza. Il sindaco Luciano Bacchetta ha ulteriormente approfondito l’argomento, spiegando che “il progetto, sul quale il confronto con gli interlocutori preposti è in stato avanzato, è di utilizzare Villa Montesca per ospitare i corsi per operatore socio sanitario”. “Sarebbe un’ottima soluzione – ha detto il primo cittadino – che darebbe un’adeguata risposta al territorio dopo la perdita del corso universitario per infermieri e sarebbe un segnale di presenza della Regione e dell’Usl Umbria 1, con una scelta in positivo per la nostra comunità”. Il sindaco Bacchetta ha tirato le somme del dibattito, ringraziando il direttore generale Legato la disponibilità al confronto e rimarcando “la grande fiducia” nell’operato dei vertici dell’Usl Umbria 1. “Una volta di più – ha osservato Bacchetta – abbiamo dimostrato che la nostra scelta come amministratori è quella della responsabilità e non del campanilismo, cercando di capire come si possa dare il nostro contributo al miglioramento dei servizi sanitari”. Il primo cittadino ha voluto dedicare una valutazione anche alla questione della sede amministrativa dell’azienda, precisando che “la situazione che si è determinata non può che essere ascritta a chi, rappresentando il territorio nella maggioranza consiliare in Regione, ha sostenuto che questo presidio non contasse nulla”. Sull’ospedale di Umbertide, Bacchetta ha puntualizzato come la struttura svolga un ruolo fondamentale di affiancamento ai servizi di Città di Castello, garantendo prestazioni che altrimenti non sarebbe possibile erogare in un percorso di specializzazione e non di contrapposizione. Il sindaco ha quindi condiviso l’esigenza di una migliore comunicazione da parte dell’Usl Umbria 1, che attenui la preoccupazione per certe situazioni. “Sono convinto che, come ha detto il direttore generale, non ci sia alcuna volontà e non ci siano atti che implichino il ridimensionamento dell’ospedale di Città di Castello, perché posso verificarlo costantemente, ma è chiaro che la permanenza di un sentimento diffuso in questo senso possa venire anche un po’ dall’interno della sanità e va contrastato con una comunicazione corretta e adeguata”. “Altrimenti – ha osservato il sindaco – come dimostrano anche i fatti delle ultime ore, constatiamo sempre che ad essere entusiasta del nostro ospedale è chi viene da fuori e non chi abita qui”. Bacchetta ha, infine, preannunciato un’iniziativa pubblica con la partecipazione del direttore generale Legato il prossimo 17 ottobre alle 21 nella sala del consiglio comunale per un confronto con il mondo del volontariato".
Città di Castello/Umbertide
08/10/2013 16:08
Redazione
"30 anni di avventura, lo scoutismo a Gubbio": da domenica prossima iniziative celebrative
“30 anni di avventura, lo scoutismo a Gubbio”: è il titolo della manifestazione celebrativa dei 30 anni continuativi del...
Leggi
Spello: corso di teatro per i bambini
E` in arrivo al Teatro Subasio di Spello il corso di teatro rivolto ai bambini dai 6 ai 10 anni. Il corso partirà lunedì...
Leggi
C.Castello: agevolazioni per la stagione teatrale. Stasera speciale "Trg Plus" (ore 21)
Agevolazioni per tutte le esigenze nella stagione di prosa del Teatro degli Illuminati di Città di Castello, che introdu...
Leggi
C.Castello: in mille per la "Giornata nazionale dello sport paralimpico"
Sono circa mille i ragazzi attesi a Città di Castello nella mattina di giovedì 10 ottobre per l’ottava Giornata nazional...
Leggi
Gubbio: torna domenica la Faimarathon
Domenica 13 ottobre torna la Faimarathon, l`unica maratona che si corre con gli occhi organizzata dal FAI – Fondo Ambien...
Leggi
Il Coni Umbria in prima linea con la Scuola regionale dello Sport
Presentati questa mattina i progetti che il Coni Regionale dell’Umbria sta mettendo in cantiere e porterà avanti nei pro...
Leggi
Giro d'Italia, doppia tappa a Foligno
L`ultima umbra ad ospitare il Giro d`Italia era stata nel 2012 Assisi, con il serpentone in arrivo nella decima tappa da...
Leggi
Foligno. Seminario di studi “Appalti, concessioni e aiuti di Stato” giovedì 10 ottobre a Palazzo Trinci
Si terrà giovedì 10 ottobre a Foligno (Palazzo Trinci, dalle 9 alle 14) il seminario di studi “Appalti, concessioni e ai...
Leggi
Blitz antiprostituzione dei Carabinieri: a Perugia 26 donne identificate, 7 multe ai clienti
I Carabinieri della compagnia di Perugia, unitamente ai militari della CIO del 4° Battaglione “Veneto” per contrastare ...
Leggi
Perugia: aveva 8.000 euro di banconote false, arrestata 44enne a Bosco
Banconote risultate contraffatte per un importo complessivo di quasi ottomila euro sono state sequestrate ad una perugin...
Leggi
Utenti online:      269


Newsletter TrgMedia
Iscriviti alla nostra newsletter
Social
adv