Carità e condivisione. Questi i due concetti probabilmente maggiormente legati alla vita di Don Angelo Maria Fanucci, sacerdote della Chiesa eugubina e presidente onorario della Comunità di Capodarco dell’Umbria, che si è spento a 82 anni in seguito a complicazioni di carattere circolatorio, con il quadro clinico che si è ulteriormente aggravato nelle ultime ore. E' stata davvero una vita dedicata agli altri, quella di Don Angelo: prima la gioventù eugubina del Movimento studentesco negli anni Sessanta, poi la Comunità di Capodarco, fondata nel 1966 nel fermano da don Franco Monterubbianesi e portata a Gubbio proprio da don Angelo negli anni Settanta.E proprio di carità e condivisione parla l'omelia del vescovo di Gubbio Luciano Paolucci Bedini nella Santa Messa che ha celebrato il commiato funebre di Don Angelo nella chiesa di San Francesco
"Con l'amore grande che aveva per la Chiesa - ha detto il Vescovo di Gubbio - Don Angelo ha insegnato a tanti la parola del Vangelo, come norma di vita imprescindibile. Proprio quel vangelo che ci parla della carità. Così mi piace pensare che oggi Don Angelo si presenti al Signore come i poveri, fratelli ed amici che ha servito per la sua intera esistenza: perchè il Signore della Misericordia, il Dio della carità oggi lo abbraccia e lo introduce nella gioia eterna"
Circa un centinaio i presenti come da decreto ministeriale con ogni dispositivo di protezione attuato nella celebrazione concelebrata dall'intero clero diocesano eugubino, in cui hanno preso parola anche Giampietro Rampini, che ha letto un significativo passo del vangelo, Don Mauro Salciarini, attualmente Padre Spirituale presso Pontificio Seminario Regionale Umbro e il vicario generale della diocesi nonché ex rettore della Basilica di Sant'Ubaldo Don Fausto Panfili, che hanno ambedue superato i 50 anni di sacerdozio. E Il mondo della disabilità, senza pietismi e commiserazione – come Don Angelo amava ripetere -, è sempre stato la sua “casa” e la sua famiglia, tanto da essere il primo sacerdote in Italia ad adottare legalmente un ragazzo diversamente abile nella prima metà degli anni 70'. E proprio quel ragazzo oggi cresciuto ha ricordato con una struggente lettera letta dal vescovo Paolucci Bedini a cui è seguito lo spontaneo e sincero applauso dei presenti
"Caro babbo - si legge nella lettera - mi fa tanto male il cuore se penso che non tu sei più con me. Grazie della tua gentilezza, del tuo amore infinito e dell'attenzione profonda nei miei confronti. Ti porterò per sempre nel mio cuore e nei miei pensieri più belli. Ti amo tanto. Tuo, per sempre, Franchino".
Gubbio/Gualdo Tadino
04/11/2020 16:30
Redazione