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Città di Foligno, che caos! La societa' medita di rinunciare al campionato: "La città non vuole il calcio"

Spor, calcio: il Citta' di Foligno dirama un comunicato shock in cui avverte della possibilita' di rinunciare al campionato: "Situazione debitoria quadruplicata e alla citta' non importa della squadra".

Che ne sarà del Città di Foligno? La domanda serpeggia tra la tifoseria biancazzurra, la preoccupazione invece che realmente accada quello che la società ha diramato nella serata di ieri sera, cresce con il passare delle ore. Prima di riportare fedelmente il comunicato shock di ieri è bene fare un piccolo riassunto e capire quali possano essere gli scenari. La situazione del Città di Foligno era molto difficile già questa estate, dove la squadra, messa in mano al Comune dopo l'addio del pittoresco presidente Nuccilli. A cercare cordate di imprenditori interessati alle sorti sportive del falco si era messo ancora una volta Roberto Damaschi, che dopo aver affidato nella stagione scorsa la società nelle mani delsuddetto Nuccilli, non poteva di nuovo sbagliare scelta, un atto di rispeto e abnegazione verso i colori biancazzurri, ma anche un atto moralmente dovuto verso una piazza delusa sotto ohgni punto di vista dall'anno della retrocessione in poi. Dopo settimane di trattative finalmente la fumata bianca: a rilevare la società con la situazione debitoria appresso, ci ha pensato Alessandro Ius, imprenditore romano appassionato di calcio affiancato da uno che il calcio lo conosce bene avendo arbitrato per anni e anni, prima di finire la propria carriera con uan squalifica per il coinvolgimento accertato nel filone calciopoli, Massimo De Santis, una persona nuova rispetto, ancora appassionata di calcio e che ora tenta di farsi strada come dirigente. Il Foligno riparte, con una squadra da ricostruire in toto e soprattutto con tutte le difficoltà legate agli impianti: lo stadio Blasone e Campo di Marte sono in totale abbandono. La società lavora, si tiene a stretto contatto con il Comune, la squadra va in ritiro a Montefalco ma è un cantiere aperto, si cercano giocatori umbri e di categoria da integrare nel progetto, arrivano anche i nomi d'arte Enoch Balotelli ed Evans Kondogbia (quest'ultimo merita un capitolo a parte, tesserato ma non disponibile). Nel frattempo si sistema la questione impianti, la stagione prosegue tra test e anche la prima vittoria in Coppa Italia. In campionato invece il Foligno non sa vincere, due pareggi in sei gare, roba da retrocessione diretta anche se la squadra ha sempre mostrato un buon calcio. Fino a ieri con la lettera che vi proponiamo. E se davvero il consiglio di amministrazione decidesse di non continuare la stagione? Un ipotesi difficile anche se non da scartare, perchè il mondo del calcio insegna che i colpi di scena sono dietro l'angolo e non solo per quanto riguarda quello che accade nei 90' di gioco. E non sarebbe certamente il primo caso, ( il caso Potenza di tre stagioni fa insegna), vorrebbe dire falsare in parte il campionato, con l'ultimo posto già deciso, significherebbe lasciare liberi e senza squadra i giocatori fino a dicembre, significherebbe di fatto far sparire il calcio a Foligno, con buona pace di quello zoccolo duro di 200 o 300 tifosi che non hanno finito mai di seguire con passione e attaccamento le sorti della squadra, anche in questo anno difficilissimo. O forse proprio loro potrebbero essere il peso fore che messo sulla bilancia, potrebbe far propendere il presidente ad andare avanti, concludendo almeno la stagione. Insomma leggere per capire, e attendere per sapere, quale sarà il futuro del falco. “ "E’ vero, sbagliare due rigori è una vergogna; fare calcio in una città che non lo vuole è una follia. Suscita ammirata tenerezza il Presidente Ius che vende 124 abbonamenti fra 60.000 abitanti e ne vuole investire il ricavato come acconto per le panchine in pelle allo stadio per restituire alla città ciò che da essa è venuto. Foligno non vuole il calcio, o almeno non vuole questa squadra; ci era stata rappresentata una realtà diversa quando siamo stati indotti all’acquisto, avevamo pensato di dover salvare una squadra cittadina molto amata che immeritatamente stava naufragando. Chi ci ha proposto di acquisire la Società, facendo abilmente leva sulla nostra vanità, sulla nostra voglia di calcio e di riscatto dopo la delusione dell’Ancona, voleva in realtà soltanto frapporre un ulteriore soggetto fra se stesso (e i suoi soci di allora) e i debiti contratti. Ci era stato assicurato sostegno integrando, mediante sponsorizzazione, la somma mancante a €. 100.000 all’esito del ricavato della vendita di biglietti e abbonamenti; ci era stato garantito che gli unici debiti esistenti erano relativi ad alcuni mesi di stipendio dei giocatori della stagione trascorsa per un ammontare complessivo massimo di €. 120.000. Come tutti ormai sanno i debiti erano pari a quattro volte detta somma e la famosa sponsorizzazione era condizionata, abbiamo poi compreso, a lasciare comunque ad altri lo scettro del comando. Abbiamo rilevato questa Società dalle mani del Sindaco, cui era stata formalmente consegnata, e anche questo ci aveva indotto a ritenere che avremmo avuto l’appoggio e il sostegno della città. Viceversa ci siamo trovati soli e osteggiati da chi ci aveva spinto all’acquisto, all’unico scopo di liberarsi della “patata bollente”, e di fronte a una realtà cittadina che nella migliore delle ipotesi si è rivelata indifferente, nella peggiore e più frequente addirittura ostile. Siamo subissati quotidianamente da pretese di pagamento delle pendenze trascorse e non da noi generate; nessun sostegno e neppure pazienza dagli imprenditori cittadini e dai singoli ai quali, dopo aver ormai messo una croce sui loro crediti affidati nelle mani di Nuccilli, non è parso vero di avere un soggetto nuovo e più solido da aggredire, ove aggredire non è limitato al solo senso giuridico del termine, bensì si estende all’accezione comune per cui, da parte di qualcuno che ha ritenuto questa una strategia vincente per il soddisfacimento delle proprie pretese, siamo stati minacciati, ingiuriati e diffamati. Naturalmente abbiamo deciso di resistere; saremo stati pure vanitosi nell’acquisto ma certo non stupidi e non abbiamo accettato di affermare di aver visionato e approvato scritture contabili inesistenti, cosicché la nostra responsabilità solidale con il cedente per i debiti pregressi ordinari non è sorta. Tutta questa situazione però ci affatica, ci logora e ci toglie serenità, nonostante il nostro impegno quotidiano e addirittura l’abnegazione del Presidente Ius, non riusciamo a dedicarci come vorremmo e come sarebbe necessario a rafforzare, spronare e seguire la squadra che, neppure supportata da una tifoseria numericamente dignitosa, non può che perdere. Uno stadio grande, costosissimo e impegnativo da mantenere, che non riesce a vedere più di duecento spettatori, le partite giocate nel generale disinteresse da una squadra di ragazzi giovani che sognerebbero di essere l’orgoglio e gli eroi della città. Ragazzi questa settimana anche penalizzati nei loro stipendi dall’indifferenza del Comune che ci ha costretto, senza spendere per noi una sola parola, ad affrontare, di colpo e senza preavviso pena il distacco dell’acqua, una spesa enorme a fronte di consumi arretrati ammontanti a circa €. 50.000, dovuti a una perdita nella tubazione, che colpevolmente ha provveduto a riparare nove mesi dopo il suo verificarsi. La VUS, di cui il Comune di Foligno è socio, non avrebbe avuto difficoltà a effettuare il ricalcolo del dovuto sulla base dello storico dei consumi se solo, dall’Ente Locale, fosse giunta una richiesta in tal senso posto il ritardo nella riparazione o, quantomeno sollecitato il blocco delle procedure di distacco in attesa di un incontro volto a definire la questione: il martedì precedente la partita invece, dopo ben 12 mesi, ci è stato intimato di pagare. Il Comune inoltre non soddisfatto di averci consegnato il Blasone inutilizzabile, con l’erba bruciata, in stato di abbandono e con le utenze distaccate - occorre non dimenticare che lo stadio è di proprietà appunto comunale e che in ipotesi di inerzia del concessionario è tenuto a surrogarsi negli interventi necessari – già all’indomani del nostro ingresso in Società, ha iniziato a pretendere oneri e incombenze mai richieste prima d’ora, addirittura minacciando la revoca della concessione. Concessione, si fa forte il Comune, accordata a titolo gratuito; in realtà la concessione al Città di Foligno solleva l’Istituzione da innumerevoli spese assicurandole tuttavia di poter mettere lo Stadio nella libera disponibilità delle Scuole nonché di avere un impianto sportivo perfettamente funzionante a lustro della città. La società di recente si è dovuta anche fare carico dell’ulteriore costo di €. 15.000 per l’acquisto dei mezzi necessari alla manutenzione del manto erboso, mezzi che al nostro arrivo erano misteriosamente scomparsi. Addirittura paradossale la situazione di Campo di Marte, struttura per la quale teniamo da tempo su di noi ogni spesa e per la quale ancora non ci è stata rilasciata la relativa concessione, anzi addirittura stava per essere accordata alla società di rugby. Ci si può meravigliare degli insuccessi della squadra? Che poi sono sempre in numero assai maggiore coloro che criticano rispetto a coloro che tifano. Guai a toccare Mister Guazzolini, la colpa è solo di Ius che non ha saputo fare un buon mercato … dimenticando che all’Allenatore sono stati messi a disposizione i giocatori che ha chiesto, nulla gli è stato negato e anzi pur di assicurargli il “regalo MerKay” è stata necessaria una trattativa lunga e difficoltosa e sopportato un impegno economico assolutamente non preventivato. Guazzolini è un allenatore bravissimo che è stato capace di costruire una squadra da 25 persone che neppure si conoscevano, ma anche lui ovviamente risente del clima di indifferenza e ostilità che circonda la squadra, si sente sempre sotto esame, ha l’ansia e la preoccupazione di essere convincente più per la città che per la dirigenza. La squadra che vince attira tifosi ma è un circolo vizioso perché la squadra non amata non riesce a vincere. Sembra che la squadra di calcio a Foligno la voglia solo il Presidente Ius che, sopportando mille difficoltà, superando innumerevoli ostacoli, si è votato senza risparmio a questa impresa nella quale impiega tutto il suo tempo e tutte le sue energie, trascurando lavoro e affetti, con una indomabile quanto inspiegabile caparbietà. Il CdA intende, nei prossimi giorni, affrontare nel proprio interno un approfondito confronto con Il Presidente interrogandosi sull’opportunità di proseguire l’impegno in Campionato, anche in considerazione della prossima trasferta sarda che necessita di ingenti spese per una squadra le cui sorti sono del tutto indifferenti alla città cui appartiene. La nostra gratitudine va invece, incondizionata e profonda, allo “zoccolo duro”, ai pochi e per questo ancora più apprezzati che non ci hanno fatto mai mancare il loro sostegno e la loro vicinanza e che, dopo la catastrofica prova di ieri, hanno comunque incitato e consolato i nostri ragazzi rassicurandoli e circondandoli di un toccante e immutabile affetto. E’ probabilmente grazie a questo sparuto gruppo di persone che il Presidente trova la forza e la motivazione per continuare, ogni decisione finale spetterà naturalmente a lui che, ove necessario, saprà vincere le nostre pur giustificatissime resistenze.

Foligno/Spoleto
11/10/2016 09:25
Redazione
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