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Confindustria, dall'assemblea j'accuse al Governo e proposta una scuola d'impresa. Boccia: "La vera rivoluzione? Ogni giorno nelle nostre aziende, il resto e' teoria"

Confindustria, dall'assemblea annuale al Lyrick di Assisi l'analisi di Alunni, da Boccia e Marini critiche al Governo. Boccia: "La vera rivoluzione la facciamo tutti i giorni nelle nostre imprese, il resto e' teoria"

Clima costruttivo anche se critico all'assemblea annuale di Confindustria Umbria, di scena al teatro Lyrick di Assisi dove sul palco, per la parte pubblica, si alternano il sindaco Proietti, il presidente regionale Alunni, il talk show moderato da Marco Lo Conte,  giornalista del Sole 24 Ore con l’Amministratore delegato di Pininfarina, Silvio Angori, e il Presidente di Avio Aero Riccardo Procacci e infine la presidente Catiuscia Marini e il numero 1 nazionale Vincenzo Boccia. L'impresa umbra è più che viva anche se la recente manovra del Governo, sul quale si riversano le critiche univoche di Marini e Boccia, non lascia presagire nulla di buono. 

"L' industria non e' parte dei problemi dell' economia e della societa' italiana. L' industria e' parte della soluzione". E' uno dei passaggi chiave della relazione del presidente di Confindustria Umbria, Antonio Alunni, che ha fatto gli onori di casa ad Assisi per l' assemblea annuale dell' associazione degli industriali. "L' Italia e' il secondo Paese manifatturiero d' Europa, settimo nella classifica mondiale per PIL - ha ricordato - la bilancia commerciale italiana e' in attivo di circa cinquanta miliardi di euro, mai cosi' tanto nella storia Repubblicana. L' export manifatturiero e' componente primaria di questo avanzo. Non esiste un modo intellettualmente onesto per sminuire questi numeri. Essi dimostrano che l' industria italiana sta facendo la sua parte per la prosperita' generale dell' Italia". Dopo questa premessa, Alunni ha ripercorso gli anni della "crisi finanziaria, che si e' estesa all' industria, quella meno capitalizzata e che aveva un livello tecnologico comparativamente meno avanzato". In un passaggio del suo intervento, poi, ha ricordato la centralita' dell' economia capitalistica di mercato. "Il capitalismo crea ricchezza distruggendo l' esistente e creando il nuovo - ha affermato - quando questo processo rallenta, o addirittura si ferma, allora l' economia entra in stagnazione e quindi in recessione. Ma la soluzione alle giuste domande e aspettative dei cittadini non puo' essere rallentare, o addirittura arrestare, il progresso dell' economia di mercato". Qui un appello alle istituzioni politiche e sociali: "I sistemi previdenziali, i meccanismi redistributivi del reddito, i sistemi di istruzione e formazione aperti a tutti, sono gli strumenti attraverso i quali un Paese moderno garantisce tutto questo - ha affermato - ma questi meccanismi non possono mai essere in contrasto con l' efficienza di un' economia di mercato".

"E' nostra intenzione aprire una scuola rivolta sia ai giovani dell' ultimo anno delle scuole superiori, sia a studenti universitari, che insegni come fare impresa, come diventare imprenditori" - ha annunciato Alunni - "Solo gli imprenditori possono insegnare ai giovani come si puo' diventare imprenditori - ha affermato - noi vogliamo insegnarlo a coloro che non sono figli di imprenditori e quindi non hanno l' opportunita' di essere educati dall' esempio dei genitori. L' impresa e' un mondo aperto e noi vogliamo aprirlo sempre di piu' nella realta' della nostra Regione". L' idea della scuola va nella direzione di formare una nuova classe di "imprenditori capaci, innovativi - ha spiegato Alunni - che abbiano un profondo senso di responsabilita' nei confronti delle proprie comunita' locali e della comunita' nazionale tutta. Non saranno le infrastrutture a generare la prosperita' generale - ha sottolineato - se non ci sara' un forte e diffuso spirito imprenditoriale".

"Il presidente Antonio Alunni ha svolto una relazione dalla quale emerge, giustamente, l' orgoglio dell' industria nei processi di innovazione, modernizzazione, sviluppo e crescita del Paese e, dunque, della nostra regione. Ho sottolineato ' giustamente' in quanto l' industria non è parte dei problemi dell' economia e della società italiana, ma la soluzione, in quanto rappresenta uno dei grandi fattori per sostenere la crescita ed il lavoro": lo ha sottolineato la presidente della Regione, Catiuscia Marini. Ribadendo quanto affermato nella relazione dal presidente Antonio Alunni. Marini ha fatto riferimento alla "responsabilità comune" dell' impresa, dei lavoratori, delle istituzioni e di tutta la società rispetto al tema di "come affrontare e sostenere il cambiamento" che è particolarmente forte in questo tempo e di "come essere in grado di generare prodotti, ricchezza e lavoro". "Questi anni - ha detto - ci hanno posto di fronte la sfida del cambiamento, sia nella declinazione della crisi, con il carico di questioni sociali ed economiche ancora oggi aperte come la disoccupazione, la deindustrializzazione, la perdita di lavoro e di imprese; sia, e paradossalmente, rispetto all' opzione della forte carica di innovazione, di più ricerca scientifica, più tecnologia che ci ha imposto la sfida di ' Industria 4.0' . Ci siamo trovati, in sostanza, di fronte alla duplice sfida di affrontare per un verso una grave crisi economica, e per l' altro sostenere contemporaneamente i processi di innovazione e crescita". Un allarme però la Governatrice lo intravede ed è nella manovra del Governo: "Non possiamo rischiare di imbarcarci in qualche infrazione, perche' questo metterebbe a rischio l' erogazione dei fondi strutturali alle regioni". 

Molto più diretto e perentorio il presidente nazionale di Confindustria Vincenzo Boccia che ha puntato il dito contro la manovra del Governo, raccogliendo continui applausi dalla folta platea di imprenditori umbri: "Il cambiamento in politica puo' essere anche peggiore, si puo' anche arretrare - ha esordito Boccia - Se lo spread aumenta, non possiamo dire che non ci interessa: a chi ha un mutuo per la casa o per un' impresa interessa. Serve a poco ridurre le tasse ad alcune categorie se poi aumenta lo spread", ha affermato. 

"L' Industria 4.0 era ed e' un provvedimento di svolta culturale del Paese che ha avuto effetti sull' economia reale e in questa manovra e' stato depotenziato" - ha proseguito il presidente di Confindustria - "Ha determinato nel 2017 un incremento del 30% di investimenti privati e del 7% dell' export del Paese - ha sottolineato Boccia parlando del piano - sapendo che abbiamo un rilevante debito pubblico non potevamo chiedere una riduzione delle tasse e abbiamo premiato chi investe nel Paese. Ma oggi abbiamo perso di vista questo percorso e le sue ragioni - ha concluso - e diamo per scontato che tutto possa continuare cosi' come era, depotenziando in manovra Industria 4.0".

"Un' impresa italiana rispetto a un' impresa tedesca paga il 20% di tasse in piu' , il 30% in piu' di costo dell' energia e ha una dotazione infrastrutturale inferiore, eppure e' la seconda manifattura d' Europa. Sfidiamo il governo del Paese a rimuovere parte di questi deficit di competitivita' per diventare il piu' grande Paese industriale al mondo" - ha aggiunto Vincenzo Boccia, presidente di Confindustria  - "Occorre fare i conti con le potenzialita' del Paese anziche' appiattirci sul presente - ha esortato - serve consapevolezza delle criticita' ma anche di cio' che siamo". L' Italia, per Boccia, e' invece spesso alla prese con una "cultura anti- industriale, con una percezione di se' peggiore di come il mondo ci percepisce: siamo riusciti a fare un capolavoro di negativita' cosmica", ha concluso. Lapidaria la battuta conclusiva: "L'unica vera rivoluzione la facciamo tutti i giorni nelle nostre imprese, con innovazione e idee. Tutto il resto di cui si sente parlare è pura teoria".

Assisi/Bastia
06/11/2018 20:24
Redazione
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