Si chiama Koffi , Koffi Kotokou, ha 23 anni e viene dal Togo. Da qualche settimana è uno degli informatori dell'Infopoint turistico di Piazza Martiri a Gualdo Tadino . Giacca blu, camicia a quadretti azzurra e bianca, pantalone beige , occhiali con montatura scura, un volto sorridente e quattro lingue parlate, francese, inglese, tedesco e italiano, oltre a tre idiomi africani. Negli ultimi 15 giorni ha letto tutto su Gualdo Tadino, ne ha studiato la storia e le tradizioni per essere ben informato sulle indicazioni turistiche da dare . Quando qualche turista entra nell'Infopoint, sulle prime resta spaesato, ma lui, Koffi, si destreggia benissimo tra cartine e informazioni come se lo avesse fatto da sempre . A vederlo così nessuno potrebbe pensare che 10 mesi fa era uno dei tanti migranti imbarcatisi su un gommone in Libia, accolto a Crotone, per poi giungere in Umbria con lo status di richidente asilo. Vive nella frazione di Rigali in una delle case affittate da Arcisolidarietà per accogliere i migranti e attende a fine mese di comparire davanti alla commissione che dovrà decidere per la sua permanenza in Italia . Vorrebbe rimanere , vorrebbe lavorare nel mondo della comunicazione, vorrebbe fare il giornalista, vorrebbe continuare a prestare servizio per questa città che lo ha ospitato. Nei giorni in cui l'Italia si spacca sul tema dell'accoglienza, seguendo dalle cronache dei tg e dei giornali le vicende della nave Acquarius in rotta verso Valencia dopo la chiusura dei porti italiani , Koffi ripensa alla sua storia personale . Non sarebbe qui se qualcuno a Crotone non lo avesse accolto; non commenta il fatto, si limita ad aspettare l'evoluzione delle vicende italiane ed europee, ma non può celare preoccupazione. Koffi su quel mare ci ha passato 4 giorni e sono sembrati un'eternità.
Abbiamo incontrato Koffi questa mattina dietro al bancone dell'Infopoint turistico di Gualdo Tadino. L'intervista e la sua testimonianza nel tg di Trg questa sera alle ore 20.20 ( canale 11 ) .