Nove persone sono state arrestate dai carabinieri del comando provinciale di Terni con l' accusa di traffico e detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti in concorso. Gli arresti, sei in carcere e tre ai domiciliari, sono stati eseguiti sulla base di un' ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip. Il nome dato all’indagine è ‘Mastro birraio’ per via delle definizioni che il gruppo dava alla droga, per cercare di sfuggire all’occhio attento degli investigatori. L' indagine, partita da episodi di spaccio di eroina, si è poi sviluppata anche sullo smercio di hascisc e cocaina: documentati oltre 250 cessioni di sostanze stupefacenti anche nelle principali aree e zone verdi cittadine. In manette anche un 35enne folignate e un 47enne ternano.
Il gruppo - capeggiato da un marocchino di 29 anni e da un tunisino di 33 - aveva la base operativa in città, ma aveva contatti con fornitori a Pistoia e a Celano e Avezzano (L' Aquila), oltre che nella Capitale. A distribuire materialmente lo stupefacente - secondo quanto accertato dall' inchiesta coordinata dal sostituto procuratore Matthias Viggiano - diversi spacciatori al dettaglio, anche italiani, attivi nei principali parchi cittadini, come in strada Santa Maria Maddalena, parco Rosselli, parco di viale Trento, via Pastrengo e nelle aree verdi lungo il fiume Nera di via del Cassero e di ponte Allende. "Sono oltre 250 gli episodi di spaccio contestati per quasi 30 capi d' imputazione" ha spiegato stamani nel corso di una conferenza stampa il procuratore capo di Terni, Alberto Liguori. Il magistrato ha sottolineato che l' attività di spaccio "fruttava giornalmente circa 2 mila euro". Identificati decine di assuntori, la maggior parte di età medio-giovane. "Più di così lo Stato, tra forze dell' ordine e magistratura, non può fare" ha commentato ancora Liguori in merito alle continue indagini sul flusso di spaccio a Terni. "Abbiamo ritmi di città come Reggio Calabria e Palermo - ha aggiunto -, non mi aspettavo di avere qui una frequenza cautelare simile. Neanche il capoluogo di regione ha questi numeri". Liguori ha quindi lanciato "un sos alle forze sane di questo territorio". "Noi siamo pronti a metterci intorno ad un tavolo e confrontarci - ha concluso -, ognuno con le proprie competenze".