Fin dalle prime settimane dell’emergenza Covid-19 la Caritas diocesana di Gubbio e il Comitato eugubino della Croce Rossa italiana hanno scelto di collaborare per rispondere in modo più coordinato ed efficace ai bisogni di tipo alimentare delle famiglie in difficoltà presenti nel territorio eugubino e, in alcuni casi, anche in quelli dei comuni di Scheggia e Pascelupo e Costacciaro.
Questa, come era facilmente prevedibile, è stata la prima emergenza della cosiddetta Fase 1 e ha colpito le persone più fragili dal punto di vista lavorativo: disoccupati, piccoli ambulanti, lavoratori a chiamata del settore alberghiero e della ristorazione, collaboratrici domestiche e assistenti familiari, lavoratori saltuari quasi sempre in nero. Tutte categorie in molti casi già alle prese con le ristrettezze dovute a redditi molto bassi o pressoché inesistenti. A ciò si è aggiunto il fatto che, in diversi casi, non è stato possibile l’accesso agli ammortizzatori sociali o, quando assegnati, sono arrivati con grande ritardo. Per tante famiglie i buoni spesa comunali sono stati un sollievo, anche se con il limite di essere un sussidio “una tantum”. La distribuzione del cibo frutto della collaborazione tra Caritas e Cri è avvenuta ogni sabato mattina in località Cipolleto, presso la sede della Croce Rossa che già in precedenza era un punto di riferimento per molte famiglie con questo tipo di bisogno. In magazzino, nel periodo che va dall’inizio del lockdown a metà maggio, sono arrivati 13.000 chilogrammi di prodotti: generi alimentari a lunga conservazione, ortofrutta, prodotti per l’igiene personale e per l’infanzia. Tutto ciò è venuto dal Banco alimentare dell’Umbria, dalla raccolta permanente presso alcuni supermercati (quattro punti vendita Conad, Coop e Emi), da donazioni di singole persone, gruppi di cittadini e aziende, e da acquisti fatti dalla Caritas diocesana e dalla Croce Rossa che, ogni settimana, hanno integrato il magazzino con i prodotti di volta in volta più carenti. I pacchi viveri distribuiti sono stati 555; di questi, 170 sono stati consegnati a casa di chi non aveva la possibilità di spostarsi. Uno dei motivi della scelta della collaborazione è stata proprio l’abilitazione della Croce Rossa a muoversi sul territorio con i suoi volontari. Le famiglie beneficiate sono state 176; di queste ben 70 non erano conosciute prima dell’inizio dell’emergenza. I volontari che a turno hanno operato presso il centro di distribuzione e nel servizio di consegna a domicilio sono stati una quarantina. Alcuni di questi, anche indirizzati dalla Caritas diocesana, hanno deciso di diventare volontari della Croce Rossa in occasione di questa emergenza.
Gubbio/Gualdo Tadino
27/05/2020 08:01
Redazione