700 spettatori in media ogni ora al Centro servizi Santo Spirito, oltre 300 al convento di San Francesco tra sala e chiostro. Poi, il tutto esaurito per i focus alla Sala Trecentesca, l'aula magna gremita giovedì mattina alla Lumsa, il pienone per la conferenza e l'inaugurazione della mostra su Pintoricchio e dell'esposizione sulle monete di S.Ubaldo. Con i picchi indiscussi del sold out per le conferenze tenute dal prof. Barbero, nella giornata inaugurale e in quella di giovedì, in tandem con il prof. Cardini che ha incantato gli studenti delle scuole medie anche alla Sperelliana. E per chiudere il successo per l'appuntamento con le città gemellate con Gubbio, gli applausi di eugubini e forestieri in piazza Grande e al piazzale Frondizi per Balestrieri e sbandieratori e due concerti al refettorio della Sperelliana per complessivi 300 spettatori.
Stando ai soli numeri la quinta edizione del Festival del Medioevo, dedicata al tema della donna nell'età di mezzo, ha registrato un successo senza precedenti. Dopo 4 edizioni che già avevano fatto segnare bilanci oltremodo lusinghieri.
E anche la giornata di chiusura ha confermato i trend entusiastici del weekend, con la mattinata che ha visto ancora tanto pubblico per i seminari al Centro servizi S.Spirito con un focus su S.Chiara a cura del prof. Jacques Dalarun, fino all'iniziativa specifica su Matilde di Canossa, svoltasi a San Francesco a patrocinata dal Comune di Lucca e da Visit Emilia, che quest'anno hanno abbracciato il festival eugubino.
Non solo Lucca, ma anche la Regione Lombardia hanno sostenuto il festival eugubino, unitamente al Comune di Gubbio e al Gal Alta Umbria.
Ma se l'impatto visivo della manifestazione ideata e coordinata da Federico Fioravanti in tandem con il Comune ci parla di un evento ormai di caratura internazionale – basta scorrere i nomi, il curriculum e gli atenei di provenienza dei principali relatori – l'altra faccia della medaglia è rappresentata dalle difficoltà operative, organizzative e soprattutto di prospettiva con cui si trova, ogni anno, a fare i conti il Festival. Quest'anno, paradossalmente, a maggior ragione.
Ed è così che proprio all'indomani dell'edizione di maggior successo e consenso, il Festival del Medioevo si trova a guardare in prospettiva con molti punti interrogativi. Tanto da lasciare addirittura in forse la sua prosecuzione.
Su questo l'ideatore e coordinatore, Federico Fioravanti, ha preferito evitare dichiarazioni e commenti ma è noto che forti problematicità restano sul campo.
In primis per la mancanza di un soggetto che possa catalizzare risorse e finanziamenti che garantiscano il futuro, non tanto a lungo termine ma perfino per il prossimo anno: che richiede una programmazione immediata ma al momento senza basi economiche certe.
Manca una Fondazione – annunciata e auspicata da tempo ma finora rimasta solo sulla carta – ma mancano soprattutto gli sponsor privati, che possano irrobustire un plafond che al momento conta principalmente su Comune di Gubbio e Gal (70 mila euro) e sponsor eugubini che si contano sulle dita di una mano (Colacem, Tecla, New font i principali). Restano forti criticità anche strutturali nella principale sede logistica, un Centro servizi che senza aria condizionata, senza wi fi, senza telecamere di sorveglianza, non garantisce a pieno gli standard di un evento di ampio respiro.
Secondo i parametri sulla spesa media del turista culturale (vitto, alloggio e consumi) stabiliti dal Centro Turismo di Firenze, il Festival del Medioevo riversa sul territorio quasi 8 milioni di euro. Qualcuno dirà che si tratta di un computo teorico, ma in realtà si sa quanto soprattutto le città d'arte puntino su eventi di questo tipo e soprattutto di questa caratura.
La domanda oggi, alla luce delle incertezze per il futuro, è se la città nel suo complesso voglia proseguire l'esperienza del Festival del Medioevo. Non perchè possa volare altrove, quanto perchè potrebbe semplicemente chiudere i battenti e si tratterebbe di una gigantesca occasione persa in futuro, proprio per le peculiarità e la vocazione di questa città.
La cena di sostegno al Festival, che era anche occasione per una sua presentazione alla città, ha visto la partecipazione di poche decine di persone, alle Sale degli Arconi, solitamente stracolme per altri convivi di ogni genere.
La speranza è che la sensibilità dei privati, la buona volontà del mondo associativo e la lungimiranza delle istituzioni – a cominciare da quella Regionale che non ha mai investito alcuna risorsa su un evento di prestigio per tutta l'Umbria – possano dare uno scossone.
Gubbio/Gualdo Tadino
02/10/2019 10:14
Redazione