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Foligno: l’onorevole Sandro Gozi incontra gli studenti dello Scarpellini

Foligno: l'onorevole Sandro Gozi incontra gli studenti dello Scarpellini, per tenere una lectio magistralis dal titolo 'La scuola incontra l'Europa'.

E’ arrivato con un anticipo di circa mezz’ora, Sandro Gozi, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega agli affari europei, atteso nell’Aula Magna dell’Istituto Tecnico Economico ‘F. Scarpellini’ di Foligno alle ore 11.30 di ieri mattina per tenere una lectio magistralis dal titolo ‘La scuola incontra l’Europa’. Camicia bianca e completo blu d’ordinanza, il sorriso aperto su una platea di diciottenni, Gozi è stato accolto con un fragoroso applauso di benvenuto da tutti gli studenti delle classi quinte della scuola. Poi quattro di essi, quattro di questi giovani in divisa, lo stemma della scuola cucito sul taschino della giacca, si sono alzati in piedi e hanno declinato a modo proprio il tema dell’integrazione europea. Il primo benvenuto è in inglese, “Welcome, mister Gozi”, il secondo nella lingua d’Oltralpe, quella dei cugini francesi, “Bienvenu, monsieur”, e poi ancora e ancora, in spagnolo e in tedesco. Una inattesa accoglienza multilingue culminata nel momento in cui Vincenzo Falcinelli, uno studente della classe quarta del corso di ‘Relazioni Internazionali per il Marketing’, ha tirato fuori dallo zaino le due brochures ufficiali, quella di Emmanuel Macron, leader di ‘En Marche’, e quella della sua avversaria Marine Le Pen del Front National, in corsa per l’Eliseo. Gozi, che ha ammesso d’aver speso la notte appena trascorsa tra la semifinale di andata di Champions Monaco-Juventus e il dibattito tv tra i due candidati al ballottaggio per la presidenza francese, ha apprezzato, e molto, cogliendo l’occasione per introdurre il tema delle elezioni francesi di domenica. Alla richiesta di prefigurare gli scenari possibili successivi al voto francese, Gozi non ha utilizzato mezzi termini: “Io sto con Macron”, ha detto, avvertendo come la vittoria della candidata dell’estrema destra (che della Frexit, l’uscita dalla Ue, ha fatto il suo vessillo elettorale) cambierebbe di fatto il destino dell’Italia e dell’Europa. “Sto con Macron”, ha ribadito più volte l’onorevole Gozi che ha anche spiegato come “rinunciare alle nostre libertà, blindando le frontiere, non aumenta di certo la nostra sicurezza”. Un lungo discorso a braccio, quello di Gozi (introdotto dalla preside dell’Ite Giovanna Carnevali e moderato da Roberto Di Meo, giornalista de ‘La Nazione’) che ha messo via le slides che aveva preparato (“Voi siete oltre”, ha dichiarato con un sorriso) per tessere un dialogo con i giovani della scuola, per rispondere alle loro serrate domande, segnate con la biro nera su un foglio di carta davanti a sé. Ha risposto a tutti, a tutti e a lungo, mettendo in fila un’infinità di questioni: la Brexit e la necessità di limitare i danni “garantendo i diritti dei cittadini europei che risiedono nel Regno Unito”, l’assenza di un esercito comune che si traduce in un inutile dispendio di risorse (“con la metà della spesa degli Usa, l’Europa riesce a esprimere meno del 10% della capacità operativa americana”), l’ipotesi, giuridicamente impraticabile, di uscire dall’euro senza uscire dall’Ue, ritornando alla sovranità monetaria (“la nuova lira produrrebbe subito un’inevitabile inflazione con il conseguente, drastico tracollo del potere d’acquisto”). Poi, guardandoli dritti negli occhi, ai ragazzi dell’Istituto Tecnico Economico folignate ha descritto gli anni pre-Unione: “L’Europa senza Unione io l’ho vista. Ho visto Sarajevo sotto le bombe, assediata in nome del nazionalismo”. Non lui, ma suo nonno sì, classe 1898, bersagliere chiamato alle armi nel ’17, a poco più di diciott’anni, lui ha visto l’Europa delle guerre, una ogni vent’anni o giù di lì: “Mio nonno è rimasto zoppo per tutta la vita e a chi mi dice che si sta meglio senza Europa vorrei ricordare cos’è stato il nostro continente prima dell’Unione, cui si deve una pace di oltre settant’anni”. Ché, “i forni crematori non sono stati un dettaglio della Storia, così come ebbe a dire, con una battuta tristemente celebre, un paio di anni fa, Jean Marie Le Pen, padre di Marine. “Siamo passati dalla ‘generazione Auschwitz’ alla ‘generazione Erasmus’. Voi dovete essere orgogliosi di essere cittadini europei”, ha concluso Gozi. Prima di rimettersi la giacca e infilare la penna nel taschino, ha invitato tutti i giovani presenti “a fare sport, viaggiare e imparare le lingue straniere”. Infine si è concesso a foto e selfie di rito, ringraziando la scuola per l’ospitalità ricevuta, rivolgendosi agli studenti, ai docenti e a tutti gli intervenuti, a partire dalle forze dell’ordine (Carabinieri, Polizia di Stato, Guardia di Finanza, Polizia ferroviaria) e dal Comune di Foligno, rappresentato dal vicesindaco Rita Barbetti. L’ultima parola, congedo e monito, è stata della preside Giovanna Carnevali che ha invitato gli alunni della scuola “a credere nell’Europa, nella democrazia, nel valore del fare comunità”.

Foligno/Spoleto
05/05/2017 10:10
Redazione
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