Un’età media intorno ai 44 anni, con una situazione sociale ed economica varia. Prevalentemente, il 76 per cento, è di sesso maschile, ma incominciano a chiedere aiuto anche le donne che, spesso, vivono questa problematica in profonda solitudine: è il profilo tipo del giocatore d’azzardo compulsivo che si rivolge ai servizi dedicati alla cura della patologia attivati sul territorio regionale. E’ quanto stato reso noto stamani a Perugia dai responsabili dei Centri di riferimento per il gioco d’azzardo patologico presenti in Umbria, nel corso della conferenza stampa organizzata dall’Assessorato regionale alla Salute, alla Coesione sociale e al Welfare - presente l’assessore Luca Barberini - per illustrare il nuovo Rapporto epidemiologico sul gioco d’azzardo in Umbria e le nuove azioni programmate dalla Regione per il contrasto del fenomeno, nonché la terza fase della campagna di sensibilizzazione “Umbria No Slot” e l’iniziativa organizzata nell’ambito del Festival internazionale del giornalismo. Sono intervenuti oltre all’assessore Barberini, i referenti dei Centri per il gioco d’azzardo patologico presenti nel territorio della Usl Umbria 1, Luciano Bondi, e Usl Umbria 2, Lucia Coco, i tecnici dell’Osservatorio regionale delle dipendenze e Angela Bravi della Direzione regionale Salute. “Quello del gioco d’azzardo patologico non è un problema da banalizzare – ha detto l’assessore Barberini – Al contrario, anche in Umbria assume dimensioni preoccupanti e tocca cittadini di varie fasce sociali e con ricadute drammatiche anche in termini di spesa sanitaria. Si stima che gli umbri coinvolti siano intorno a 10 mila, un dato che testimonia come la dipendenza da gioco abbia assunto in pochi anni livelli significativi al pari delle sostanze psicoattive storicamente diffuse nella popolazione, tipo alcol e tabacco. La dipendenza è riscontrata anche tra i minorenni”. “Questi numeri – ha aggiunto Barberini – hanno fatto sì che la Regione potenziasse l’impegno per far emergere dalla zona grigia una problematica forte tanto da essere inserita nei Livelli Essenziali di Assistenza”. L’assessore ha quindi ricordato che la Regione ha predisposto un ventaglio di iniziative organiche, coordinate tra loro, a partire dall’approvazione della legge regionale n. 21 del 21 novembre 2014, per arrivare all’adozione del Piano regionale 2017-2018 per la prevenzione, cura e riabilitazione del disturbo da gioco d’azzardo, approvato a dicembre 2017, definitivamente e integralmente, dall’Osservatorio nazionale e dal Ministero della Salute.