Venerdì 15 aprile, alle ore 18, in occasione della inaugurazione del 35° Festival Nazionale delle Scuole di danza “Renato Fiumicelli”, il Teatro Comunale accoglie il pubblico e gli ospiti con una piccola novità: una video conferenza, dal titolo “Shakespeare e la danza nel ’900”. L’incontro è realizzato per onorare la ricorrenza dei 400 anni dalla morte del drammaturgo inglese, nato a Stratford-upon-Avon il 23 aprile 1564, scomparso nella stessa Stratford-upon-Avon il 23 aprile 1616. Lungo e fertilissimo il legame fra il Bardo e la danza nel corso di questi ultimi 400 anni, in particolare durante il ‘900. Il contesto umbro, durante l’edizione del Festival (dal 15 al 25 aprile), con l’ospitalità offerta ad oltre 40 scuole di danza, centinaia di giovani allievi, decine di insegnanti, numerose personalità ed esponenti del mondo della danza, è la “cornice” ideale per riflettere e documentare tale insostituibile rapporto e celebrare, in modo originale e significativo, l’importante centenario e l’opera di Shakespeare. Il drammaturgo è da considerare lo sciamano per eccellenza della cultura occidentale, l’autore il cui fascino, nei secolo seguenti, ha stregato ogni forma espressiva e performativa: dal teatro al cinema, dal musical ai fumetti, dall’opera alla danza, appunto. Nella potenza evocativa dei suoi trentasette play, il Bardo ha plasmato e portato alla luce abissi di pensieri e visioni immaginifiche, partoriti dal sentire le cose del mondo. Sono altrettanti fari che, sulla scena, illuminano soggetti potenti, umane debolezze, schemi articolati e sentimenti viscerali: amore assoluto e odio profondo, vendetta e pentimento, onore e dissolutezza. Ciascuna di queste “condizioni dell’essere” è ormai identificata nei nomi di personaggi familiari a qualunque spettatore: la gelosia di Otello; la pazzia di Ofelia; il dubbio di Amleto; l’avidità di una Lady Macbeth; l’amore contrastato di Romeo e Giulietta; il tocco magico di Prospero, e così via. Ogni personaggio/maschera è significante in sé, e racchiude una infinita complessità di argomenti, altrettante tessere di un mosaico che, pur figlio del tempo di Shakespeare, non ha età. Dal 1700, i testi di Shakespeare hanno beneficiato ogni forma di danza; ma è in particolar modo nel secolo scorso, e sino ai nostri giorni, che la ricchezza della sua drammaturgia ha ispirato spesso la scena coreutica, nella disparità di elementi di cui si nutre. Quella di Shakespeare è un’arte nella quale, attraverso la coreografia, si intersecano il senso del tragico e il volo poetico sino al sublime, passando attraverso il ghigno grottesco. Il tutto è inciso in una potente tensione drammatica e in purissima ispirazione; attributi, che, nell’insieme, sono la precisa cifra stilistica del drammaturgo. È all’interno di un ricco ventaglio di spettacoli, autori e compagnie che a Gubbio verrà proposta una antologia video, capace di stimolare l’interesse di un pubblico eterogeneo, fra adulti e giovani studenti delle scuole di danza e non. La video conferenza cercherà dunque di animare e argomentare un confronto diretto su alcuni dei principali nodi del rapporto fra il testo di partenza e la drammaturgia e la coreografia che ne seguono.
Gubbio/Gualdo Tadino
12/04/2016 09:55
Redazione