Conferenza stampa di mister Magi, che prosegue il suo lavoro con il Gubbio in vista dei prossimi impegni, domani nel triangolare valido come Memorial Fernando Ceccarelli, dove i rossoblù affronteranno Real Padule e Padule San Marco per onorare la memoria dello storico dirigente della squadra gialloblù, scomparso la scorsa primavera dopo aver combattuto a lungo con una grave malattia. Prima domanda inevitabile sul calendario fresco di stampa: “Siamo venuti a conoscenza ieri finito l'allenamento del percorso che ci avrebbe atteso, a dire il vero ho perso anche la scommessa che avevamo fatto con la squadra, in cui ognuno di noi aveva espresso il proprio pronstico su quella che sarebbe stato il debutto, l'unico che ci ha azzeccato è stato Rinaldi che aveva indovinato anche il fatto che avremmo giocato in trasferta. Per il resto, dico che affronteremo un Pordenone solido e ambizioso, una squadra che ha fatto molto bene lo scorso anno perdendo i play off con il Pisa che poi è andato in B e quest'anno si ricandida a recitare un ruolo da protagonista. Noi ci siamo, ci prepariamo al meglio non al Pordenone, ma a tutto il campionato consapevoli che il destino ce lo costruiamo da soli”. Quest'anno al Lega Pro ha deciso di prendere spunto dal modello inglese, adottato negli ultimi anni anche dalla Serie B, di far giocare soto le festività natalzie e di concedere riposo lung a gennaio, come vede questa scelta da debuttante nella categoria? “Giocare qotto le feste quando magari gli altri anni si stava a casa è un qualcosa che può dispiacere, ma io sono per natura uno che infonde serenità e che vede sempre l'aspetto positivo: vorrà dire che vivremo le feste tutti insieme, con le nostre famiglie in questa splendida città che sotto Natale è ancora più bella. E poi sono contento lo stesso perchè vuol dire che facciamo la Lega Pro invece che la Serie D o l'Eccellenza, quindi dal momento che sono eletrizzato da questa nuova esperienza a me va bene così. Più che altro a farmi felice è il fatto che lo spezzatino è stato un po' modificato: sporadicamente capiterà di giocare posticipi o anticipi, quindi giocando sempre di sabato o domenica, un allenatore ha la possibilità di avere i giusti tempi per preparare le gare senza che si debbano fare ritocchi d'urgenza e improvvisazioni sul programma settimanale di allenamento. Questo è senza dubbioil cambiamento piùgiusto rispetto due anni fa, mi fa piacere”. Domanda sull'organico, preoccupato dal fatto che i tre rinforzi che servono non siano ancora con il gruppo? “Innanzitutto non vorrei parlare di rinforzi, ensì di tasselli che vanno a completare un mosaico che abbiamo strutturato assieme al presidente e al direttore e che a nostro giudizio può dare filo da torcere a tutti. Dico solo che avrei preferito già essere a posto, in modo da arrivare alla prima partita con un assetto ben definito, un giocatore che arriva oggi ha due seettimane di tempo per ambientarsi in un contesto, conoscere i compagni e le idee del tecnico, un giocatore che arriva gli ultimi giorni poi necessita di tempo per ambientarsi e ci può stare di non averlo subito al 100% per la gara di campionato che vai ad affrontare quella settimana, non sono preoccupato però. E c'è da dire che capisco le difficoltà che ci possono essere in sede di trattative soprattutto quando vai a chiedere giocatori sotto contratto e magari profili anche importanti e appetiti da tanti club. Io però penso solo a quelli che sono i miei giocatori in rosa, e a portarli ad un livello che ci permetta di essere una squadra difficile da superare in qualsiasi momento della stagione”. I nomi sono un vero e proprio tabù, Panacci non fa filtrare nulla e Magi ovviamente segue il solco tracciato dal suo direttore, ma è cambiata qualche idea nel corso della sessione di calciomercato? “E' chiaro che ad inizio ritiro avevo delle idee, poi conoscendo la squadra e le qualità dei nuovi qualche cosa è stata modificata perchè poi i giorni sono passati e sono emerse le indicazioni che ci volevano e che cercavamo. Per il resto non so niente di meracto, ci pensa Giuseppe (Pannacci n.d.r), io i limito ad allenare, entrambi sappiamo cosa ci vuole, poi lascelta del giocatore giusto in base a budget e progetto tecnico aspetta a lui”. A che punto è la squadra? “Il lavoro sta dando i primi frutti, abbiamo visto una squadra in palla sin dalla partita di Coppa è un bel segnale che deve alimentare l'esntusiasmo con cui lavoriamo. Un Gubbio ancorato al 4-4-2 e al 4-3-3? In questo momento preferisco puntare su questi due moduli, cambiando magari anche a partita in corso perchè sono quelli che danno più garanzie a me e che fanno esprimere in questa fase meglio i giocatori, vedo che si trovano bene, hanno assimilato i movimenti, stanno nascendo delle certezze e questo mi impone per il momento di evitare stravolgimenti o esperimenti con altre soluzioni, una volta che tutto sarà rodato al meglio, proveremo altre soluzioni perchè sono io stesso a voler tentare di battere altre strade”. Possiamo dire che è un Gubbio inconscente quello cheandrà in campo di domenica in domenica oppure troveremo un atteggiamento diverso a seconda del valore della squadra che si affronta? “L'atteggiamento che si è visto finora è quello giusto, andare ad aggredire alti, imponendo il nostro gioco è una cosa che mi piace. Dobbiamo trovare una nostra dimensione, un nostro atteggiamento che ci distingue dalle altre squadre, noi dobbiamo essere noi che sia il Parma, la Reggiana, o come l'anno scorso lo Spoleto e Il GualdoCasacastalda o come ipoteticamente potrebbe essere il Real Madrid e la Juventus, non dobbiamo smontare o adattare le nostre movenze o approccio in base alla classifica degli altri. Io, come del resto penso tuti gli allenatori in Italia, lavoro per nascondere molto i difetti che una squadra può avere, perchè il tempo per cancellare i difetti nella nostra mentalità non ci sono, un allenatore infatti può essere mandato a casa dopo tre partite o come dopo dieci o come dopo un girone intero e così dicendo, magari a Gubbio questo può essere anche che non succede, intanto però cerco di portare avanti il mio lavoro così”. Uno sguardo sulla carta a quello che sarà il campionato, chi vede davanti al Gubbio e chi dietro? “Domanda difficile, soprattutto quando ancora siamo in fase di calciomercato e tutto può accadere: è un bel girone, diciamo che ad oggi lo divido in due tronconi: uno in cui ci sono squadre molto forti e uno in cui regna più equilibrio, noi siamo nel secondo, ma ora come ora fare dei nomi sono solo chiacchiere che lasciano il tempo che trovano, è tutto molto offuscato. Tutto è possibile, lo scorso anno il Pordenone è stato ripescato versando la super tassa e nonostante ciò ha creato una squadra forte che si è giocata la promozione e quest'anno ha proseguito sulla stessa linea d'onda. Il Fano invece quest'anno, è stato riammesso, non pagando la super tassa ha risparmiato tantissimi soldi che possono essere reinvestiti sul mercato e creare un ottimo organico, quindi non vedo in tal senso una squadra che si può definire la Cenerentola del campionato, il campo dirà chi ha fatto benissimo e chi invece deve correre ai ripari, per il momento non so indicare i nomi”. Questo Gubbio è solo da salvezza oppure? “Questo Gubbio deve salvarsi, niente proclami solo tanto lavoro. Oltre che il risultato sul campo poi, io miro in particolare a creare e far crescere una struttura: sealla fine del campionato faremo un bel cammino, il prossimo anno faciliteremmo il lavoro di tutti, del ds in fase di mercato, dei giocatori che sarebbero più convinti a restare o approdare qui, del presidente che potrebbe allargare le basi. L'obiettivo più grande è la continuità del progetto, che non passa solo dai risultati sportivi”. L'intervista al tecnico Giuseppe Magi andrà in onda questa sera all'interno del Tg Sport alle ore 19,30.
Gubbio/Gualdo Tadino
12/08/2016 18:18
Redazione