Sono i giorni del red carpet del Festival del cinema di Venezia, quelli che stiamo vivendo, i giorni delle passerelle dove sfilano star più o meno famose ed acclamate. Per il momento il red carpet non li acclama, nessuno li conosce, ma dopo la giornata di oggi giovedì 7 settembre, quando il cortometraggio "Mon amour, mon ami" , sarà presentato al Festival, saranno diventati famosi anche Daniela e Fouad , barese lei, marocchino lui, residenti a Gubbio. Il regista Adriano Valerio, giovane talento del cinema italiano che con il suo primo lungometraggio “Banat” è stato nominato al David di Donatello per il premio Miglior Regista Esordiente, ha raccontato in 15 minuti la loro storia di amicizia profonda e di solitudine. La trama ricalca la realtà. Quando Fouad rischia di essere rimpatriato per mancanza di requisiti nell'ottenimento del permesso di soggiorno, Daniela accetta di sposarlo, ma a un passo dalle nozze, capisce che forse da parte dell'uomo c'è qualcosa di più di un contratto formale, che investe la sfera dei sentimenti . Il matrimonio non si farà dietro la domanda martellante "Si può sposare per finta qualcuno che ti ama davvero? . Un film girato la scorsa primavera a Gubbio , nelle case e nei luoghi dove vivono i due protagonisti, coadiuvati da Giuseppe Carbone che ha fatto un pò da trade d'union tra regista e personaggi e dalla Caritas diocesana che conosce e sostiene Daniela a Fouad. Chissà che non arrivi una vittoria .