Gubbio, e' tornato dopo il restauro e la mostra perugina il Gonfalone di S.Ubaldo

E' stata l'immagine di Sant'Ubaldo più venerata dagli eugubini dal 1503, quando fu dipinta da Sinibaldo Ibi, alla fine dell'Ottocento, periodo durante il quale sfilava in processione il giorno del 15 maggio, al posto della statua che si vede oggi. E' il Gonfalone con Sant'Ubaldo benedicente da un lato e la Madonna della Misericordia dall'altro che stamani è tornato a casa, a Palazzo dei Consoli, dopo essere stato in prestito dallo scorso 23 ottobre a Perugia alla mostra "Machiavelli e il mestiere delle armi ", promossa dalla Fondazione "CariPerugia arte", apertasi lo scorso 30 ottobre a Palazzo Baldeschi e conclusasi il 25 gennaio. Ieri le operazioni di smontaggio della mostra e la restituzione del Gonfalone a Gubbio con la novità che l'opera è tornata più bella di prima. Il prestito, infatti, era stato subordinato al restauro dell'opera che presentava fessurazioni della tela e cadute di colore , ferite normali per un drappo che è stato intensamente utilizzato a scopo processionale nei secoli. Come ricorda lo storico Francesco Mariucci era usanza issarlo in esposizione su quattro stanghe portate a loro volta in spalla da 25 devoti , un rituale che si ripeteva ogni 15 maggio come anche in ogni occasione in cui era richiesta una particolare protezione del Santo, terremoto, pestilenze e guerre , essendo ritenuto miracoloso. Il restauro, finanziato dalla Fondazione Perugia Cari arte, ha sanato cadute e ferite ed ora il Gonfalone torna a Palazzo dei Consoli seppur la sua colloczione originaria lo voleva sull'altare maggiore della perduta chiesa di Santo Spirito. I curatori della mostra sul Machiavelli hanno fortemente voluto l'opera in mostra per la sua datazione, 1503, che attesta il periodo cruciale dell'epopea della famiglia Borgia , quando con la morte di Papa Alessandro VI, il figlio Cesare, il leggendario Valentino immortalato dal Principe di Machiavelli , vide fallire il suo progetto di creare uno stato unitario che abbracciasse gran parte dell'Italia centro settentrionale , conquistando i singoli principati e assoggetando le sigorie ribelli, tra queste quella dei Montefeltro di Urbino e Gubbio.