Un prologo semplice ma al tempo stesso solenne, in un clima rigido solo sul piano atmosferico ma ricco di calore: Piazza Grande ha salutato l'ingresso nella Diocesi del nuovo Vescovo di Gubbio, Luciano Paolucci Bedini con la cerimonia istituzionale che alle 15 ha preceduto la celebrazione eucaristica.
Sulla scalea del Palazzo dei Consoli il sindaco di Gubbio Stirati ha fatto gli onori di casa, accanto ai sindaci degli altri comuni della Diocesi, Locchi (Umbertide), Piccini (Cantiano), Capponi (Costacciaro) e Vergari (Scheggia). E anche a loro nome ha portato il suo benvenuto, anche con citazioni significative. Da quelle di Ubaldo Baldassini, il più celebre dei predecessori alla guida dell'Episcpio antichissimo di Gubbio, a Dante fino a Seneca.
"Nullum oratorium sine ospitium" ha ricordato Stirati, la massima Ubaldiana per cui non dovesse esserci chiesa senza luogo di accoglienza. "La nostra è una Diocesi piccola ma antichissima - ha ricordato il Sindaco, rammentando anche le celebrazioni per i 1.600 anni della Lettera Decretale di Papa Innocenzo al Vescovo Decenzio, dello scorso 2016. "I valori del nostro Patrono si rinnovano, dalla riconciliazione, alla vicinanza agli ulimi fino alla volontà di pace con fratelli e creato" ha continuato Stirati richiamando l'attualità di questo messaggio: "La nostra società ha bisogno di "infuturarsi" - ha proseguito citando il Sommo Poeta, chiudendo con Seneca: "Chi non vive per nessuno, non vive neppure per se stesso".
E in una giornata particolarmente fredda, mons. Paolucci Bedini è stato avvolto dal calore degli eugubini, salutato dal Campanone (cui ha ricambiato il saluto dalla piazza) e dagli sbandieratori della città di Gubbio che dopo una breve esibizione gli hanno donato una bandiera con il suo stemma episcopale, che Paolucci Bedini ha sventolato in segno di giubilo e ringraziamento, mimando anche il lancio in aria.
«Da stasera – ha detto mons. Paolucci Bedini, con un pizzico di emozione – avete in me un nuovo concittadino delle comunità locali che vi sono affidate. Un cittadino appassionato e partecipe delle vicende che riguardano il bene di tutti e, particolarmente, dei più bisognosi. Attento e disponibile al dialogo sempre, con tutti. Vigile per il rispetto della dignità di ciascuno. Rispettoso delle vostre specifiche autonomie nella gestione della cosa pubblica e delle peculiari competenze nel prezioso servizio della politica».
«E da oggi, avrete in me anche un alleato. Nel bene. Per il bene di questa terra e delle persone che la abitano, e di quelli che verranno ad abitarla – ha sottolineato il vescovo eletto –. Specie di color che faticano di più a vivere e a sperare. Un alleato desideroso di collaborare a rendere questi nostri paesi ancora più belli, sempre più aperti, generosamente accoglienti e ospitali, esempio di una responsabile concordia a servizio di tutti. Un alleato disposto anche a lottare, insieme con tutti gli uomini di buona volontà, contro tutte le semplificazioni sociali e culturali che, nell'indifferenza, non si prendono cura dei desideri e delle speranze dei giovani, della solitudine e della fatica degli anziani, dell'affanno e della sfiducia delle famiglie, dei papà, delle mamme e dei bambini. Senza distinzione alcuna».
«Marchigiano di nascita – ha ricordato –, oggi, divento umbro per amore. Amore per la Chiesa e per il sogno di pace e di comunione che Dio Padre ha su tutte le donne e gli uomini. In questa terra, che per tanti è un invito alla pace e alla riconciliazione, dove si sono incrociati i passi del “folle povero” di Assisi, Francesco, e del Santo Vescovo di Gubbio, Ubaldo, vorrei portare il mio piccolo contributo possa fiorire, ad opera di molti, un laboratorio esemplare di umana convivenza e di civile partecipazione».
Gubbio/Gualdo Tadino
03/12/2017 17:56
Redazione