Gubbio: l'agonia di via dei Consoli, dalla voce dei commercianti

Pochi turisti in questa estate, sempre meno che comperano souvenir e ricordi della città di pietra, turisti attenti anche a spendere per un gelato. Lo avevano detto i commercianti di via dei Consoli, questa estate 2013 è stata all'insegna della crisi con la fascia media sempre meno disposta a comperare; chi spende comunque non manca ma sono coloro che si possono permettere cifre importanti per acuisti di lusso. Cosa chiedono dunque i commercianti della via più centrale di Gubbio? Una politica di promozione turistica importante, organizzata, pianificata e che rilanci anche nuovi eventi ed iniziative attrattive. “Abbiamo lavorato tantissimi grazie ai turisti arrivati al Parco del Monte Cucco per i campionati di Deltaplano e per le attività naturalistiche, dalle grotte al nordic walkin di Gualdo Tadino” testimonia un titolare di un'attività. C'è anche chi ricorda i gemellaggi con le parrocchie di altre regionali, molto in voga negli anni '80. Il settore del turismo religioso è l'unico che ancora tiene, dicono i commercianti eugubini e potrebbe essere ben più sfruttato. Manca, dicono, una promozione degna di questo nome per la chiesetta della Vittorina e per il sentiero francescano. Assisi insegna quanti turisti possono arrivare in una stagione, e Gubbio è così vicina ma così poco conosciuta nonostante sia una tappa nevralgica per tutta la storia del francescanesimo. Dalla via lamentano anche la scelta degli orari di chiusura del museo di Palazzo dei Consoli: “perchè non lasciarlo aperto anche per la pausa pranzo e ben oltre le 18, almeno nei mesi di alta stagione?”. Non piace nemmeno la strada con tutte le auto parcheggiate. Nei mesi di maggior afflusso si chiede il divieto di sosta dal venerdì e per tutto il fine settimana. “La via viene di solito percorsa in discesa ma chi si affaccia da piazza grande non riesce a capire la grande offerta di attività e opta per gli ascensori o per le scalette oltre la piazza”, testimoniano. Un grazie va agli alberaioli ma si vorrebbe una mostra del tartufo che tuteli i produttori solo di Gubbio e dell'Alto Chiascio. E non manca una proposta fatta agli organizzatori del presepe di San Martino: è diventato ormai attrazione anche per tour operator e allora che sia da traino all'intera parte alta della città. Come? Ampliare l'allestimento sino al ponte di San Martino così che il turista sia poi naturalmente indirizzato ad imboccare via dei Consoli e poi via XX settembre. E chi più idee ha più ne metta.