È tornata in prima commissione consiliare la mozione sui “controlli di vicinato”, presentata dalla Lega eugubina. Come maggioranza abbiamo espresso un voto di astensione, motivato dal fatto che non tolleriamo la demagogia e le strumentalizzazioni messe in atto più volte – anche con uscire recenti – dalla Lega sul tema della pubblica sicurezza. La loro recente campagna è stata un lancio continuo di false accuse verso l’amministrazione comunale. E, allo stesso tempo, un continuo soffiare sul fuoco del malcontento popolare, amplificando problemi concreti ma descritti a tinte decisamente più fosche della realtà, per ragioni di pura ricerca del consenso. Con la nostra astensione abbiamo voluto tracciare un netto confine politico tra noi e la Lega. Quest’ultima, infatti, parte da presupposti molto cari al partito nazionale, quali le “ronde” istituite col decreto dell’8 agosto 2009 dall’ex ministro Maroni, e da una visione del tema della pubblica sicurezza che prevede deleghe troppo ampie ai privati cittadini. Noi partiamo da presupposti del tutto contrari: inclusione per la creazione di una forte coesione sociale che possa funzionare come deterrente ai crimini predatori e pubblica sicurezza gestita in primo luogo dallo Stato, attraverso le forze dell’ordine. Tornando al tema della strumentalizzazione, la Lega omette di comunicare un fatto dirimente, ovvero che al termine della seduta di commissione abbiamo proposto al collega consigliere presente di realizzare un testo di mozione condiviso, senza alcuna premessa né riferimenti politici. Insomma un atto neutro, potenzialmente sottoscrivibile da tutte le forze politiche, che avesse come unico fine una volontà comune: l’istituzione dei “controlli di vicinato” secondo il modello utilizzato dalla Prefettura. E invece, la mattina seguente ci è stato risposto che la Lega non avrebbe accettato la proposta e che sarebbe andata avanti con la mozione presentata a proprio nome, riservando alla maggioranza, come fosse un “contentino”, la possibilità di proporre eventuali emendamenti in Consiglio comunale. Ovviamente abbiamo risposto che, a questo punto, avremmo portato avanti la nostra mozione, subito depositata senza carattere di urgenza perché non era possibile motivarlo in base al regolamento dell’ente. Ma la Lega, che ignora (o vuole ignorare) il regolamento del Consiglio comunale, ci ha imputato pure di non volere trattare con sollecitudine la questione. Dunque, alla luce dei fatti, la domanda retorica è: ma perché la Lega non ha accettato di promuovere un testo condiviso? I suoi esponenti forse erano più attratti dal posizionamento della “bandierina di Alberto da Giussano” piuttosto che dal conseguimento dell’obiettivo comune con la maggioranza?