Lunedì 21 maggio, alle ore 16.00, nell’Aula Magna dell’Accademia di Belle Arti di Roma (via Ripetta 222), verrà proiettato il documentario «Deiva» con l’introduzione della direttrice dell’Accademia, prof.ssa Tiziana D’Acchille, della prof.ssa Francesca Romana Morelli, di Lela Djokic Titonel, gallerista, del giornalista e documentarista Gianluca Sannipoli, autore del documentario. Chi era Deiva De Angelis, una delle pittrici più enigmatiche della prima metà del novecento, che, scomparsa prematuramente, ha lasciato un autoritratto essenziale nell’impostazione moderna, ma dallo sguardo disincantato, i capelli alla maschietta e una sigaretta tra le labbra? Forse sarebbe meglio dire Deiva Riposati, o Deiva Terradura. Una donna di umili origini, nata nella campagna tra Gubbio e Perugia, che riuscì, con il suo temperamento libero e dinamico, occupò uno spazio di rilievo nei movimenti artistici d’avanguardia della capitale romana negli anni Dieci e Venti del secolo scorso. Le notizie scarne biografiche giunte fino a noi, vengono ora arricchite dal documentario «Deiva» di Gianluca Sannipoli (durata 47’) , che riporta alla vicende fino a oggi poco o per nulla conosciuti. Realizzato da un’idea di Cesare Coppari, il documentario ripercorre il cammino biografico e artistico di Deiva Terradura , grazie alle testimonianze di alcuni discendenti della famiglia, nuovi documenti ritrovati, di critici e docenti di storia dell’arte, oltre che di appassionati cultori dell’arte del Novecento. In occasione della proiezione, sarà esposto un paesaggio inedito dell’artista, di proprietà di un collezionista egubino. L’opera pittorica di Deiva era stata protagonista di una mostra antologica allestita nel 2005 presso la Nuova Galleria Campo dei Fiori di Roma, «Deiva De Angelis 1885-1925 una ‘fauve’ a Roma» a cura di Lela Djokic e Maja Titonel con la collaborazione di Francesca Romana Morelli e testi critici di Duccio Trombadori e Lucia Fusco. La mostra riuscì a ricostruire una buona parte delle vicende artistiche della pittrice, molto stimata da intellettuali e galleristi come Giuseppe Sprovieri, gallerista dei Futuristi e suo collezionista, Anton Giulia Bragaglia, vulcanico titolare della celebre casa d’arte, che teneva in considerazione che lo consigliavano scelse tra le persone da espore il critico d’arte e pittore Cipriano Efisio Oppo. «Deiva De Angelis. Personalità e talento» scrive Francesca Romana Morelli nel suo saggio nel catalogo della mostra sulla pittrice (2005): «L’immagine di Deiva tramandata dalle poche fonti storiografiche ricalca alcuni stereotipi legati alla letteratura e all’immaginario romantico: la fanciulla povera e ignorante trasformata in una artista dal suo pigmalione, la pittrice ribelle, che sperpera la vita seguendo il proprio estro, il temperamento saturnino e stravagante, accentuato da una vita sentimentale libera e disordinata. Fino a giungere all’ultimo atto della storia: un male incurabile che pone fine ai suoi giorni, proprio nel momento in cui sta raccogliendo i frutti del suo lavoro». Il documentario «Deiva» è stato reso possibile dal contributo della Fondazione Giuseppe Mazzatinti e da quello in varie forme di altri soggetti e associazioni: Rotary Club Gubbio, CVR, Tecla, Associazione Maggio Eugubino, Centro Noleggi Martinelli, Sartoria Eugubina, Biblioteca Comunale Sperelliana e grazie al Polo Liceale Mazzatinti di Gubbio che con un suo allievo, Matei Octav Dogariu, ha garantito l’ideazione del progetto grafico.
Gubbio/Gualdo Tadino
20/05/2018 09:52
Redazione