Un nuovo capitolo nell'annosa questione giudiziaria che vede contrapposti a Gualdo Tadino, la Comunanza agraria locale e la Regione dell'Umbria unitamente al Comune di Gualdo per la proroga 25ennale della concessione di attingimento del bacino idrico omonimo, rilasciata nel gennaio del 2018.
Oggi è arrivata la sentenza del Consiglio di Stato sul ricorso inoltrato nell'aprile dello scorso anno dalla stessa Comunanza agraria, guidata dall'avv. Nadia Monacelli (nella foto), che si opponeva a tale proroga. E nella sentenza il Consiglio ha accolto il ricorso rilevando un vizio formale da parte del Tribunale amministrativo regionale dell'Umbria, che sarà dunque chiamato a rivalutare dal principio l'intero contendere.
Formalmente il Consiglio di Stato ha rinvenuto una “lesione del diritto di difesa della Comunanza” per non aver a suo tempo rinviato l’udienza, come chiesto dalla Comunanza stessa che intendeva proporre motivi aggiuntivi di ricorso in seguito ad alcuni documenti depositati dalle altre parti.
Dunque si riparte da zero, con l'ente montano che esulta per la pronuncia, anche se la stessa non è entrata nel merito della vicenda, limitandosi ad azzerarla per il difetto formale rilevato:
"Nella fattispecie il T.A.R. avrebbe dovuto accogliere le richieste della Comunanza - scrive in una nota di commento l'ente guidato da Nadia Monacelli - argomenti quali sanatoria dei pozzi, cambio di destinazione d’uso, e tutti gli altri motivi sollevati dalla Comunanza Agraria non erano pretestuosi ma, al contrario, motivi dirimenti nel contesto delle richieste presentate".
L'aspetto su cui pone però l'accento la Comunanza agraria gualdese rispetto alla sentenza odierna è un altro: "La pronuncia mette nero su bianco che la Comunanza Agraria Appennino Gualdese ha pieno diritto di rivendicare prerogative sugli argomenti trattati, ovvero anche sulle concessioni oggetto del contendere, anche in virtù del valore dei beni amministrati e del rispetto della comunità originaria, che hanno priorità su ogni altro tipo di interesse, come osservato dal Consiglio stesso".
La Comunanza conclude il commento rivendicando il ruolo centrale degli assetti fondiari collettivi rispetto agli interessi di un privato, e chiede che il Sindaco Presciutti "emetta immediatamente l’ordinanza di ripristino dei luoghi come da obbligo del concessionario, ripristino sul quale la Comunanza è sempre pronta a confrontarsi e a partecipare alla progettualità necessaria, anche grazie del nascente progetto per la tutela e valorizzazione dei territori montani che partirà di qui a poco con il coordinamento dell’Università politecnica della Marche".
Sulla pronuncia del Consiglio di Stato lo stesso Presciutti non ha commentato limitandosi ad evidenziare che si tratta di un rilievo di carattere formale senza che vi sia stata considerazione nel merito del contendere. In passato il Sindaco di Gualdo Tadino aveva criticato l'atteggiamento dell'ente montano che "passa da un tribunale all'altro tenendo bloccato un investimento fondamentale per lo sviluppo del territorio e anche per le ricadute occupazionali".
Il Tar dell’Umbria dovrà quindi tornare nuovamente pronunciarsi sulla vicenda e, visti i precedenti, appare assai probabile che, chi non vedrà soddisfatte le proprie ragioni dalla nuova sentenza, si appellerà successivamente al Consiglio di Stato. La bandera a scacchi su questa vera e propria maratona giudiziaria appare tutt'altro che vicina.
Gubbio/Gualdo Tadino
09/07/2019 19:55
Redazione