Dopo la decisione del Governo di escludere le misure per il post-sisma del 2016 dal decreto rilancio, sindaci e comitati del “cratere” umbro hanno alzato la voce con una protesta forte e decisa, dichiarandosi pronti a togliersi simbolicamente le fasce.
Quattro anni dopo la grande ferita subita da territori come quello di Norcia, dove case e chiese aspettano ancora non solo per la ricostruzione ma anche per la rimozione delle macerie, i sindaci non riescono più a lavorare in queste condizioni, esprimendosi con durezza contro la decisione presa dalla camera.
“Vogliamo conoscere immediatamente gli atti della commissione e comprendere perché i nostri territori siano stati estromessi. A queste condizioni ci pensi il governo a gestire la ricostruzione”, queste le parole di Nicola Alemanno, primo cittadno di Norcia, portavoce degli enti locali.
“Decisione inaccettabile che mortifica i cittadini di oltre 130 Comuni – dichiara Maurizio Mangialardi, coordinatore delle ANCI (associazione nazionale comuni italiani) di Marche, Umbria, Abruzzo e Lazio – diversamente noi possiamo contare sull'appoggio di oltre 800 sindaci, mobilitati dal nostro presidente Decaro”.
Proteste unite, dunque, sulle quali si è espresso anche il commissario straordinario della ricostruzione, Giovanni Legnini comprendendo la preoccupazione dei sindaci e dei cittadini, premendo sull'insistenza per ottenere un trattamento giusto.
Perugia
06/07/2020 11:13
Redazione