Il corrispondente Rai da Londra Antonio Caprarica ospite a Gubbio

La storia raccontata dal punto di vista degli ultimi, della gente comune. Questo l’intento con il quale il noto giornalista e scrittore Antonio Caprarica ha scritto “C’era una volta in Italia”, un libro in cui sono riprese le origini del Bel Paese, in un “viaggio nel tempo” caratterizzato da quell’ironia sorniona tipica dell’attuale inviato Rai dalla Gran Bretagna. Ieri Caprarica ha presentato il suo lavoro nell’aula Magna dell’Istituto d’istruzione superiore Mazzatinti, anticipato dal saluto del dirigente scolastico Dario Missaglia e dall’introduzione del giornalista de “Il Messaggero” Luigi Foglietti. “Non nego che il titolo stesso del libro abbia preso spunto dal celeberrimo film di Sergio Leone ‘C’era una volta in America – ha spiegato Caprarica – Io ho voluto cogliere il senso di quel titolo, perché i grandi eventi sono compiuti principalmente dalla gente comune, anche se la firma poi ce la mettono i grandi personaggi”. Il giornalista Rai, rivolgendosi alla platea (peraltro attentissima e curiosa) degli studenti del Mazzatinti, ha inoltre sottolineato l’importanza – per i più giovani – di conoscere le proprie radici, perché “si deve sapere da dove si viene – ha affermato Caprarica – per sapere dove andare. Conoscere la storia infatti vuol dire conoscere noi stessi, anche se ammetto come ora sia più difficile essere orgogliosi di essere italiani piuttosto che qualche tempo fa”. Identità nazionale che, sempre secondo lo scrittore, non è molto presente tra gli italiani, a differenza di quanto avviene in Inghilterra, come dimostrato anche in occasione del matrimonio dell’anno tra il principe William e Kate Middleton. Caprarica ha infine risposto alle domande effettuate dagli studenti, toccando anche altre tematiche, evidenziando spesso la differenza con la Gran Bretagna, specie sulla definizione di legge, “considerata in Italia – ha affermato non senza sarcasmo – ancora come un ostacolo”.