Rivoluzione in vista per le contromisure sulla proliferazione di animali selvatici, specialmente cinghiali, per quella che in tutta la regione è divenuta una vera e propria emergenza: l'assessore regionale Roberto Morroni, coadiuvato dai responsabili degli uffici regionali, Giovanna Saltalamacchia e Luca Lucarelli, ha esposto proprio a Palazzo Donini il piano contenimento degli ungulati e della fauna selvatica. I numeri, relativi agli abbattimenti ed a risarcimenti danni pagati dai tre Atc , Ambiti territoriali di caccia, umbri, sono eloquenti.
Nell’ATC 1, zona Perugina e Alta Umbria, nel 2019 sono stati uccisi 6.657 cinghiali a fronte degli 11.375 individuati nel piano di abbattimento, cioè appena il 59% pagando risarcimenti ad agricoltori danneggiati pari a 223 mila euro . Percentuale che nell’ATC 2, ovvero area di Foligno, Spoleto e Valnerina, sale al 77% con 6.249 gli abbattimenti previsti e 4.797 effettuati, con i rimborsi pari a 163.mila euro. Nell’ATC 3, che riguarda il Ternano, nell’ultimo anno sono stati effettuati 5.382 abbattimenti di cinghiali a fronte dei 7.650 previsti e percentuale del 70%, risarcendo agli agricoltori 158.mila euro
“Viene innanzitutto ridotto da 48 a 4 ore – ha spiegato, entrando nel dettaglio Morroni – il termine oltre il quale, dopo aver avvisato l’Atc, i proprietari o conduttori dei fondi agricoli possono intervenire direttamente, ovviamente se in possesso di licenza di caccia, limitando così i danni alle produzioni agricole. Nelle ore notturne, inoltre – ha aggiunto l’assessore – sarà necessaria la presenza di una sola guardia venatoria”.
“Altra misura che favorirà l’efficacia gli interventi di contenimento – ha proseguito – richiederà una modifica al Regolamento relativo al prelievo venatorio della specie cinghiale. Se ora ci si deve rivolgere ‘prioritariamente’ alle squadre di caccia iscritte nel territorio, daremo la possibilità agli Atc di organizzare i prelievi anche con i cacciatori formati e autorizzati”.
“Oggi – ha detto l’assessore Morroni – ho inviato una lettera ai tre Atc, chiedendo di intensificare l’attività di controllo e contenimento, in maniera mirata nelle zone maggiormente interessate
“Stiamo predisponendo, insieme agli uffici regionali, un documento per la gestione organica della specie cinghiale. Entro il prossimo mese di aprile – ha affermato - ci impegniamo a metterlo a punto, coinvolgendo tutti i portatori di interesse”.
Per questo la volontà della Regione è di salvaguardare una tipologia di caccia, quella al cinghiale, che coinvolge circa 10mila umbri in armonia con le esigenze degli agricoltori e con la necessità di garantire la sicurezza sulle strade regionali, visto anche il sempre più elevato numero di incidenti causato da ungulati e animali selvatici. Morroni in tal senso ha annunciato due provvedimenti immediati per limitare il problema
Inoltre entro il mese di aprile, l'assessore regionale all'Agricoltura ha assicurato che, dopo un confronto con le associazioni venatorie, associazioni agricole, ambientaliste e i suddetti Atc, arriverà un pacchetto di proposte più ampio, con la volontà di allineare il periodo di caccia al cinghiale in Umbria con quello delle altre regioni limitrofe, da novembre a tutto gennaio, in modo da evitare la migrazione spontanea degli animali nei luoghi dove la caccia è chiusa. Novità anche sulla modalità di assegnazione delle zone alle squadre, saranno ridisegnate le aree vocate e non e cambiate le modalità di intervento nelle aree protette
Perugia
19/02/2020 18:13
Redazione