Una Fase 2 tutta da scrivere. L'epidemia Covid 19 non comporterà una ripresa delicata solo per il mondo dell'economia e del commercio, ma anche per gli ospedali, al centro di quello che il commissario straordinario dell' Azienda ospedaliera di Perugia, Antonio Onnis ha definito: “uno tsunami a cui nessuno era preparato ma per il futuro dobbiamo essere più attrezzati.” Il commissario nativo della Sardegna ha compiuto un quadro attuale della situazione in una videoconferenza stampa assieme al resto della direzione aziendale ospedaliera, facendo il punto sull' attività svolta e delle iniziative adottate nell' attuale fase di emergenza. Onnis Ha ringraziato tutti i professionisti dell' azienda, parlando di "una dedizione fuori dal normale", senza dimenticare tutto il personale sanitario, tecnico e amministrativo "con i quali - ha sottolineato - abbiamo gestito situazioni, per le quali in momenti normali ci sarebbe voluto molto più tempo, con una rapidità e con una efficacia che credo si possa dire mai vista in ambiti sanitari anche a livello nazionale".
E così si può pensare ad una fase successiva al virus: “Dopo settimane in cui abbiamo lavorato in un clima di guerra – prosegue Onnis - ora abbiamo avviato il confronto sulla ripresa delle normali attività che siamo chiamati rimettere in campo. Non possiamo e non dobbiamo aspettare nel ricominciare a farci carico di quei pazienti che abbiamo tenuto in sospeso”. Il riferimento è per alcuni pazienti oncologici, dirottati al nosocomio di Branca, e su alcune prestazioni momentaneamente congelate che verranno riattivate a stretto giro di posta: “Per riprendere l’attività generica in modo massiccio – analizza Onnis – divengono focali le sinergie con gli altri ospedali”. Una connection sarà fatta però anche con diverse strutture private del territorio con accordo Regione-sanità privata già finalizzzato per quanto riguarda posti letto e personale. Ovviamente la volontà è proteggere l'ospedale e il livello attenzionale in termini di sicurezza rimane altissimo, i percorsi tra pazienti con patologie canoniche e quelli affetti da coronavirus saranno tenuti separati e le stesse visite torneranno a essere possibili solo nel momento in cui la blindatura potrà essere allentata.
Inoltre il Santa Maria ha l’esigenza anche di restituire una delle due rianimazioni ai reparti che ne hanno bisogno, con i posti passati in questo periodo emergenziale da 782 a 683, mentre quelli in terapia intensiva da 13 a 29. E per trarre un ulteriore bilancio numerico, ad oggi sono entrati al Santa Maria 384 persone contagiate dal virus, mentre per far fronte alla pandemia sono state assunte 52 persone tra medici , infermieri, Oss e altre figure, oltre alla stabilizzazione di 58 operatori. Inoltre l'azienda ha reso noto che a 814 dipendenti sono stati fatti 1.068 tamponi, 31 persone sono risultate positive e per due è stato necessario il ricovero: “Da una settimana – riferisce il commissario – non abbiamo aumenti. Nella prima fase siamo stati in difficoltà, oggi comunque il periodo di crisi sembra superato”. Per quanto riguarda i tamponi nel complesso quelli eseguiti dall’Azienda sono stati 14.637 per 9.653 persone, il 10% delle quali risultate positive, mentre per quanto riguarda i test rapidi sierologici ne sono stati eseguiti 1.237 con percentuali di positivi che vanno dal 3,8 al 14,8% a seconda dei diversi anticorpi.
All’ospedale in queste settimane sono state fatte anche molte donazioni e secondo Onnis, arrivato proprio un anno fa sull’onda dello scandalo Sanitopoli, «è stato un anno intensissimo e in questi due mesi abbiamo messo in campo sinergie eccezionali con il mondo della ricerca, dell’assistenza, con i cittadini e con le associazioni. Un patrimonio da non disperdere bensì da investire per migliorare la sanità».
Perugia
17/04/2020 08:47
Redazione