L'eugubino Calzuola racconta la sua medaglia d'agento ai mondiali di Dublino: "Un mix di emozioni fortissime"

Partecipare ad un campionato del mondo con il peso di una nazione intera da sostenere sulle spalle, è il sogno di qualsiasi bambino che inizia a muovere i primi passi nella disciplina sportiva che sceglie di praticare. Tanto diverso non è stato nemmeno per Matteo Calzuola, l'eugubino che per un'intera settimana ha fatto apassaionare alla kick boxing la città di Gubbio, con tante persone, molti solo semplici curiosi che si sono interessati alle vicende sportive dell'eugubino impegnato per i Mondiali irlandesi nella categoria 65kg. Ed' è stata una settimana di festa e di grande tifo soprattutto alla Palestra Cross Rulez di Gubbio, che Matteo gestisce assieme all'amico e socio Mirko Gaggiotti, con tanti iscritti e amici dell'ormai vice campione del mondoma campione italiano in carica, che si sono radunati davani ai pc per seguire in diretta streaming i quattro incontri che ha affrontato sette giorni. L'avvantura a Dublino si era aperta con il sorteggio dopo la cerimonia ufficiale dalla quale era stato partorito il tabellone degli incontri, con il canadese Ben Galant e il beniamino di casa Mc Cafee battuti nelle prime due uscite con due secchi 3-0 che hanno fatto tagliare già il piccolo ma prestigioso traguardo di essere tra i primi quattro del mondo, confermando anche la sua posizione nel ranking mondiale. In semifinale è toccato poi al francese Leclerq cadere sotto i colpi dell'eugubino in un match difficile e tirato che ha spalancato però le porte della finale contro il russo Profokev che già gli aveva soffisto il titolo europeo. La “vnedetta” sportiva non si è consumata e seppur un inizio di terzo round favorevole al'umbro, alla fine è stato l'atleta russo a vincere la medaglia d'oro. Un esperiena però del tutto positiva per il campione italiano, come confessa lo stesso Calzuola al rientro dalla kermesse irlandese, non mancando nemmeno di ringraziare alcune importanti personalità. “Sono molto soddisfatto del percorso fatto, è stata senza dubbio un'esperienza positiva e importante per la mia carriera professionale. Ringrazio davvero tutti, dalla famiglia, agli amici, dagli sponsor a Giovanni Berardi della Kick Boxing Scheggia e Paolo Liberati ct della Nazionale che hanno curato la mia preparazione fisica e tecnica senza dimenticare il pugile Giammario Grassellini con cui anni indietro mi sono allenato tante volte. E' stato un mondiale difficile e competitivo dal primo incontro fino all'ultimo, la finale con il francese Leclerq in cui è stato bello riprendermi la vittoria dopo la sconfitta patita nel test match di due settimane prima”. Cosa è manacto per raggiungere l'oro? “Non fortuna ne qualità tecniche, semplicemente autocontrollo: nella terza ripresa ero in vantaggio di qualche punto, ma sono salito sul ring e l'emozione,non una, ma tantissime, mi hanno assalito e invece di darmi una carica in più hanno finito per svuotarmi. Prokofev invece è rimasto sempre sul pezzo, un vero e proprio russo! E alla fine ha dimostrato anche per questo di meritarsi a pieno la medaglia d'oro”. Il futuro di Matteo, si sentono anche vci che riguardano un eventuale ritiro: “Sono molto combattuto, ho 31 anni e potrei andare avanti per almeno altri cinque o sei anni su grandi livelli, ma allo stesso tempo capisco che anche l'impegno rischesto tra ellenamento, diete e lavoro alla palestra è sempre più imponente e quindi potrei pensre anche di farmi da parte. Per ora comunque non ho deciso nulla, penso a godermi il meritato riposo e solo dopo le festività deciderò cosa fare”.