Davanti ad una platea di studenti accorsi in grande numero per strappare autografi o anche solo un semplice selfie, il Polo Liceale Mazzatinti, in particolare l'indirizzo sportivo che proprio passata la prossima estate entrerà nel terzo anno dalla sua istituzione, ha avuto come special guest Francesco Magnanelli, il capitano e simbolo del Sassuolo, di fatto una delle poche bandiere rimaste nel calcio italiano, che ha accettato ben volentieri l'invito fatto dall'istituto eugubino, un'occasione per riabbracciare, se non calcisticamente, la città che lo ha lanciato nel calcio che conta, quando appena 16enne esordì nella stagione 2000-2001 al secondo anno di esperienza nel settore giovanile eugubino, nell'allora Serie C2, confermandosi poi l'annata successiva con Alessandrini in panchina in pianta stabile nella prima squadra dei vari Giacometti, Bruni, Sandreani, Lazzoni, Zebi, Cipolla e Clementi solo per citarne alcuni. Da li il salto nell'emergente Chievo Verona di allora, nel settore giovanile clivense continua il processo di maturazione, concluso definitivamente nel settore giovanile della rinata Fiorentina la stagione successiva con i viola allora impegnati nella ricostruzione e nella Serie B. Dopo la parentesi di San Giovanni Valdarno con Sarri in panchina l'approdo al Sassuolo dove comincia la sua favola fatta di sacrificio, cuore e l'umiltà di restare il solito ragazzo semplice ed educato capace comunquei di diventare leader e figura di spicco di un'intera città che vede i colori neroverdi farsi largo all'ottavo posto di una Serie A più quilibrata che mai. Nonostante siano passati gli anni, Magnanelli non dimentica Gubbio tra passato e presente non chiude nemmeno la porta in un futuro comunque non ancora prossimo, ad un eventuale ritorno con la casacca rossoblù. "per me è un onore tornare a Gubbio e farlo per pubblicizzare l'indirizzo sportivo del Liceo Mazzatinti, che tra l'altro non sapevo esistesse qui. E' sempre un piacere tornare qui dove ritrovo tanti amici ed ex compagni di avventure come Gianni Francioni, Giovanni Pascolini. Non è facile dimenticare Gubbio, sia per il tifo che ha e sia per il blasone della piazza, non a casao avevo speso parole di elogio quando me lo sono ritrovato da avversario in Serie B, speravo tanto che mantenesse la categoria invece non ce l'ha fatta". Oggi il Gubbio è tornato in Serie D, continui a seguirlo? "Certo che si, ieri ho visto che ha ottenuto un'importante vittoria a Sansepolcro, spero veramente che risalga presto la china e torni nelle categorie che competono ai rossoblù". E' un Sassuolo che sta facendo faville, dove uò arrivare? "Siamo ottavi e questo è già un importante traguardo. Ma ci teniamo a tenere alta la bandiera fino al termine della stagione, non vogliamo finire nell'anonimato. Sassuolo è un'isola felice, non ci saranno 20mil persone allo stadio ma questo è anche un vantaggio perchè ti permette di lavorare con calma e senza troppe pressioni. E poi c'è una cultura importante, siamo la squadra più italiana del massimo campionato e questo è un altro grande onore". Parlaimo ad un futuro lontano, un Magnanelli bis a Gubbio è così utopico? "Ma chissà mai dire mai" scherza il capitano del Sassuolo che poi serio prosegue: "Io sono legato molto a questa città e alla sua squadra, e non nego che in futuro mi piacerebbe tornare a lavorare in questa città, non so se ci saranno i presupposti per farlo da calciatore o magari anche in un altro ruolo, ma ripeto mi piacerebbe un sacco".
E stasera non perdetevi l'approfondimento nel nostro Trg Plus, alle 20,50, con l'intervista integrale al centrocampista neroverde.
Gubbio/Gualdo Tadino
15/02/2016 19:10
Redazione