Le restrizioni messe in campo dalla Regione Umbria con le ordinanze Tesei hanno mitigato l'effetto Covid del 30% : ridurle ora renderebbe vano quanto sinora fatto e allungherebbe le date di picco previste. Lo ha sostenuto stamani il Nucleo epidemiologico dell'Umbria che da mesi monitora l'andamento del virus, illustrando in videoconferenza i modelli matematici dei picchi previsti. In Umbria il Covid, ha spiegato Fortunato Bianconi membro del team, raggiungerà il suo picco nei ricoveri ospedalieri a fine novembre, presumibilmente verso il 29 del mese, con possibilità di slittamento della data a inizio dicembre; il picco sull'occupazione delle terapie intensive arriverà invece a metà di dicembre. Queste ipotesi funzionano se l'Umbria continuerà a tenere alta la guardia con le restrizioni ad oggi vigenti, ovvero, in aggiunta a quelle già previste dal DPCM per le zone arancioni, la didattica a distanza dalle medie in poi e i negozi chiusi la domenica. Con queste disposizioni la pressione del Covid allenterebbe all'inizio di gennaio. Mitigando invece le restrizioni, si allungherebbero i tempi d'impatto negativo del virus sul sistema ospedaliero regionale andando oltre la metà di gennaio. Sull'ipotesi al contrario di rendere ancora più stringenti le limitazioni in Umbria, farla diventare zona rossa in virtù di un indice di saturazione dei posti letto in ospedale che la pone al primo posto nella classifica delle Regioni italiane, il dirigente Claudio Dario non ha dato indicazioni: tutto dipenderà dalle decisioni che il Governo prenderà in base all'analisi dei dati effettuati in queste ore dalla cabina di regia nazionale. Quanto alle fasce d'età del contagio , i dati illustrati stamani dal nucleo epidemiologico hanno mostrato come il maggior numero di infetti, per lo più asintomatici, sia in età 14 – 18 anni , seguita dalla fascia 11-13 anni . Sul fronte vaccino influenzale ad oggi sono stati vaccinati 156 mila soggetti di età superiore ai 65 anni pari al 67 % di quella fascia di popolazione , 26 mila persone di età inferiore ma afferenti a categorie a rischio e 2127 familiari degli stessi.