“Colpisce che anzichè unirsi al Governo nella denuncia della criminalità organizzata, il Pd umbro preferisca negare l’evidenza”. I parlamentari Lega Umbria fanno quadrato attorno al Sottosegretario dell’Interno Stefano Candiani ed invitano la Presidente Marini ad occuparsi del territorio “forse – dicono – le dichiarazioni del Senatore Candiani non le risulterebbero così anomale. Ma del resto non possiamo pretendere molto visto che stiamo parlando di un partito politico in caduta libera, con forti perdite di consensi , non solo in Umbria ma anche nel resto dell’Italia. Sorprende come il Pd, per mesi in letargo, prenda coscienza di esistere solo quando c’è da attaccare la Lega. Così è stato con il Decreto sicurezza, per il quale la Presidente, a spese dei cittadini, si è rivolta alla Consulta per richiederne il rigetto, così è stato quando ha trovato nelle casse regionali, un bel tesoretto di 70 mila euro da destinare agli immigrati. La figura di paladina della giustizia, quindi, poco le si addice – tuonano i leghisti - Da tempo il Pd ha abbandonato la Regione, l'unica volta che ha provato a valorizzarla ha scambiato l’Umbria con la Toscana. A definire il fallimento gestionale di questo partito non è la Lega, ma sono i numeri: ad oggi il Pil dell’Umbria è sotto la media nazionale, addirittura la situazione del Cuore verde è la peggiore del Centro Italia con 12 punti percentuali in meno rispetto ai valori pre-crisi e 3,7 miliardi di ricchezza bruciata come riportato dal Censis con il 52esimo Rapporto sulla situazione sociale del Paese/2018 e dagli ultimi dati Istat. Con le sue politiche regionali e nazionali il Pd ha messo in ginocchio un’intera regione, prodotto disoccupazione e favorito la fuga di giovani all’estero e riempito le nostre città di immigrati clandestini. Quanto a parlare di Terni ci vuole proprio una bella faccia tosta, visto la situazione ereditata: se oggi la città sta uscendo dal dissesto in cui il Pd l’ha portata è solo grazie al lavoro della Lega sia sul territorio umbro che nazionale. Sarebbe opportuno – concludono i leghisti – che la Marini abbia finalmente un sussulto di dignità e in questi ultimi mesi che le restano non acuisca i problemi negando le evidenze, non solo in riferimento al rischio delle infiltrazioni mafiose ma anche al totale fallimento del suo modello governativo proposto nel settore turistico, sociale ed ambientale”.