Legge elettorale: Mantovani (NCD) tuona contro il Pd, Smacchi replica

E' un dopo-partita al veleno quello che si gioca nelle dichiarazioni di maggioranza e opposizione a Palazzo Cesaroni, all'indomani della Commissione sulla nuova legge elettorale. A lamentarsi e non poco, è Massimo Mantovani (NCD) primo firmatario della proposta di legge del centrodestra che in particolare contempla il doppio turno se una coalizione non supera il 40%. Invece il testo base su cui si lavorerà resta quello del Pd (turno unico). Ma tutto è rimandato al 22 dicembre prossimo. “Nella seduta della Commissione Statuto il Partito democratico e il gruppo socialista, avvalendosi del voto ponderato, hanno di fatto, impedito che la legge elettorale venisse votata entro la fine dell'anno, come promesso ai cittadini dell'Umbria" ha tuonato Mantovani. “Ancora una volta – spiega Mantovani - abbiamo assistito ai balbettìi di un Pd che avendo presentato la propria proposta, ormai chiaramente definita incostituzionale, sia dagli uffici legislativi del Consiglio, sia dagli esperti a livello nazionale, non riesce ad individuare, anzi a volere, una legge elettorale che consenta loro di accaparrarsi il maggior numero di seggi anche e soprattutto nei confronti dei propri alleati”. L'esponente del centrodestra dice poi di trovare “incredibile” l'atteggiamento del gruppo socialista, che, a suo giudizio “sta andando dritto verso la sparizione dal Consiglio regionale. Ma ancora più grave – aggiunge - è l'atteggiamento di un Pd 'padre padrone' che ormai dilaniato dalla proprie guerre intestine viene sistematicamente meno agli impegni presi con l'intero Consiglio regionale e con la società civile". A replicare dall'altra sponda è il presidente della Commissione stessa, l'esponente eugubino del Pd, Andrea Smacchi: "Non c’è nessun intento dilatorio e, se necessario, si lavorerà anche nel periodo festivo per approvare un testo chiaro senza vizi di legittimità".