Sul rischio delle infiltrazioni mafiose l' Umbria deve sempre mantenere alta la guardia, ma in questo momento deve farlo in modo particolare, perché dopo l' emergenza Covid e con l' arrivo di tante risorse economiche i pericoli si moltiplicano. Questo è uno dei tanti spunti di riflessione emersi nel corso del seminario "Mafie in Umbria, un fenomeno da respingere" che si è svolto nell' ambito del campo di volontariato estivo #EstateLiberi, promosso ad Assisi, presso la Cittadella, da Libera e al quale ha partecipato lo Spi Cgil, il sindacato dei pensionati. Al seminario di Assisi ha partecipato anche Fausto Cardella, magistrato e già procuratore generale di Perugia, che ha sottolineato l' importanza del ruolo della società civile e delle forze sociali nel contrasto alle infiltrazioni mafiose. "L' Umbria - ha detto Cardella, secondo quanto riferisce una nota della Cgil - non è certo immune da questo tipo di fenomeni, come le inchieste, i sequestri e le confische stanno a dimostrare. Ma finora la regione ha dimostrato di avere anticorpi forti che le hanno permesso di proteggere le proprie istituzioni ed infatti qui, a differenza che in molte altre regioni del Centro-nord, non ci sono amministrazioni sciolte per mafia". "L' Umbria ha bisogno in questa fase di immaginare un nuovo modello di sviluppo - ha detto Vincenzo Sgalla, segretario generale della Cgil dell' Umbria - e di questo nuovo modello la legalità, la lotta alle infiltrazioni criminali e mafiose e alla corruzione è un pre requisito, una password di accesso. La Cgil da sempre è impegnata in questa battaglia, anche in Umbria, dove proprio insieme al dottor Cardella, il nostro compianto segretario Assuero Becherelli, già negli anni '90, metteva la battaglia per la legalità al centro dell' impegno sindacale".