Metalmeccanici: Fim e Uim dicono si' al rinnovo del contratto nazionale

I metalmeccanici umbri dicono sì alla Piattaforma rivendicativa di Fim e Uim per il rinnovo del contratto nazionale. “In questi giorni è stata presentata nelle assemblee e i lavoratori hanno compreso che questa piattaforma assume un’importanza strategica per riuscire a pensare all’industria del futuro. Passaggio necessario per la ripresa dell’intera economia italiana e umbra”. A ribadirlo Fim Cisl e Uilm Uil Umbria nel corso della conferenza stampa che si è tenuta a Perugia questa mattina, 29 settembre. “Pensare all’industria del futuro, oltre a 105 euro di aumento mensile per il prossimo triennio, significa puntare su partecipazione, organizzazione del lavoro e formazione professionale per riuscire a contribuire alle scelte aziendali e per incidere anche sulle scelte politiche –hanno sottolineato il Segretario Generale Regionale di Fim Cisl Umbria Adolfo Pierotti e il Coordinatore regionale della Uilm Uil Nicola Pasini-. Tenere alta l’attenzione diviene quindi una priorità, perché a chiudere i battenti in Umbria sono un numero crescente di piccole aziende”. Proprio queste realtà sono quelle che nel silenzio hanno pagato un prezzo molto alto. “In questi anni di crisi, infatti –hanno spiegato i segretari- a salvarsi sono state soprattutto quelle realtà strutturate che hanno puntato sull’export o che sono state capaci di intervenire sul lato dell’offerta”. Ciò, nella consapevolezza che “le ragioni di queste crisi sono ovviamente diverse da settore a settore e da azienda e azienda ma su tutte prevale un ritardo nell’affrontare i nodi strutturali che la lunga crisi ha messo bene in evidenza”. E proprio in questo contesto, l’ipotesi di contratto della Fim Cisl e della Uilm Uil vuole colmare i ritardi per riuscire a definire un nuovo patto per lo sviluppo industriale. Quindi per la Fim Cisl e la Uilm Uil è necessaria maggiore partecipazione “che si basi necessariamente sul diritto all’informazione che implichi a sua volta la messa a disposizione, tempestiva ed esauriente delle informazioni alla Rsu, al fine di permettere a quest’ultima di prendere atto delle circostanze e di formarsi una opinione in proposito”. Il protagonismo dei lavoratori e del sindacato quindi si misurerà anche sul secondo livello, sia a livello aziendale che territoriale con l’obiettivo, tra gli altri, di ripristinare le misure di defiscalizzazione. Anche per questo, per la Fim Cisl e la Uilm Uil il decreto attuativo del Jobs Act presenta aspetti di mancata condivisione. “Inaccettabile –hanno precisato- soprattutto per quello che riguarda il demansionamento, i licenziamenti e il controllo a distanza”. Ma la partita del rilancio del settore metalmeccanico e quindi della ripresa economica attraverso la creazione di ricchezza trova un elemento costitutivo nella formazione: da una parte quella a livello aziendale che dovrà essere funzionale alla crescita delle competenze e della professionalità di ogni lavoratore e dall’altra quella funzionale a un rapporto costruttivo tra la scuola e il mondo del lavoro, anche attraverso forme di apprendistato.