Una mostra, due facce, due interpertazioni diverse. A Gubbio si è appena conclusa la Mostra del tartufo bianco che dopo 37 anni di organizzazione curata in prima linea della Comunità Montana, prima Alto Chiascio, poi Alta Umbria, è passata in dote per la 38esima edizione al Comune di Gubbio come ente capofila, supportato da privati ed associazioni, Host e Iridium per gli albergatori, ristoratori ed agriturismi, Medusa per gli appuntamenti culturali.
Il giorno dopo la chiusura è quello dei bilanci che sono discordanti nelle conclusioni ed anche nella visione futura. Si dicono soddisfatti gli espositori, 27 in totale , ospitati nelle casette di legno allestite in Piazza 40 Martiri: il 1 novembre, venerdì, l'afflusso di persone è stato costante, meno tra sabato e domenica complice il maltempo, ma comunque in grado di soddisfare i commercianti. " Se non c'è stato l'assalto dei turisti, ci sono stati visitatori con ottima capacità di spesa, ovvero realmente interessati ad acquistare il prodotto, cosa che non sempre si riscontra nei mercati", parola di Cecilia Bartolini della Bartolini Tartufi. Di tartufo in verità non ce n'era moltissimo: di 27 banchi, solo tre quelli dedicati al prezioso tubero, complice anche un'annata non eccellente, con un ottobre troppo secco e caldo che mal si sposa con la proliferazione di tartufi. Il più grande pesato in mostra è stato di 400 grammi circa, per un costo medio che quest'anno si aggira dai 1200 ai 1800 euro al chilo. Location promossa dagli espositori, un format che è piaciuto più della tensostruttura, magari con qualche aggiustamento per il prossimo anno per riparare il pubblico dalla pioggia in caso ce ne fosse bisogno.
Sul fronte albergatori e ristoratori i numeri parlano di un bel riscontro: "Showcooking agli Arconi sold out in ogni mattina di mostra " afferma Gloria Pierini di Host che si dice soddisfatta anche per le presenze alberghiere, con camere nei tre giorni tutte vendute. Per Host, che ha promosso anche la cena di pre apertura della Gubbio Food Experience alle sale degli Arconi con ospite d'onore la pastry chef Isabella Poti e lo chef Floriano Pellegrino, ha funzionato la comunicazione mirata che ha portato a Gubbio quelle persone realmente erano interessate al tartufo, intenzionate cioè a gustarlo nei ristoranti e ad acquistarlo negli stands. Non ci sono state folle oceaniche di curiosi, ma scelti cultori del prodotto che economicamente hanno fatto la differenza. Un format dunque da ripetere, solo con aggiustamenti, ma non stravolgimenti. I food bloggers hanno condiviso l'impostazione, affascinati da una Gubbio senza uguali.
Altra l'impressione che si evince dagli eugubini sui social e dal dibattito politico. Perplessità sulla riuscita sono arrivate dai consiglieri comunali di minoranza, da Marzio Presciutti Cinti che posta su Fb la foto dell'inaugurazione semideserta, parlando di "oltraggio" al prezioso tubero eugubino, fino ad Orfeo Goracci che, ricordando le edizioni di 10 / 15 anni fa, parla di questa come di una mostra "inadeguata e insufficiente".
Unica cosa che ha messo d'accordo tutti nel giorno dei bilanci è il mamltempo, decisamente ospite incomodo, e il sovraffollamento di eventi: nella piccola Umbria il week end dei Santi contava almeno tre mostre del tartufo, una kermesse dedicata ai dolci, una allo zafferano ed una al vino, senza contare gli appuntamenti del circuito dell'olio. Insomma un buffet trimalcionico, servito su più tavoli, privo tuttavia di un maitre di sala che sapesse fare da regia su scala regionale per dare dell'Umbria una visione d'insieme.
Gubbio/Gualdo Tadino
05/11/2019 09:42
Redazione