Chi pensava che la nomina del nuovo segretario comunale potesse sopire le diatribe interne al Pd di Gubbio dovrà ricredersi. La nomina di Oriella Passeri, avvenuta lunedì sera nell'Unione comunale (presenti 18 membri sui 52 effettivi) ha acuito ulteriormente le distanze tra un'area del partito e l'altra, finendo per dividere forse definitivamente il Pd, già uscito "malconcio" dalle amministrative di giugno.
Una lettera aperta a firma di 10 esponenti (tra cui l'ex segretario comunale Michele Sarli e l'ex responsabile dei Giovani Dem, Diego Pierotti) ha puntato il dito contro le procedure adottate in seno all'Unone comunale fin dalla scorsa estate, quando dopo la sconfitta elettorale, gran parte dell'Unione aveva sposato un modus operandi nuovo che puntava anche ad una nuova candidatura (Barbara Mischianti). Così non e' andata e i 10 firmatari hanno rivelato di essersi dimessi dall'Unione, non senza esplicite accuse. Non si fanno nomi - se non quello del dimissionario Ruspi - ma il riferimento alla "nomenclatura" del Pd eugubino e' chiaro.
Un j'accuse tanto piu' fragoroso in quanto proviene da un'area eterogenea, ma che in buona parte alle amministrative aveva sostenuto la candidatura Palazzari, e che ora non si riconosce nelle procedure seguite nell'Unione comunale rimasta, piu che dimezzata. Un nuovo colpo all'unita di un partito che a Gubbio probabilmente e' chiamato ad una sorta di "azzeramento".
La lettera, formalmente, e' rivolta agli elettori del Pd eugubini ed e' firmata da Alfredo Lanzara Basso, Fabrizio Cerbella, Donatella Flussi, Riccardo Rossi, Nancy Latini, Barbara Mischianti, Federico Panfili, Diego Pierotti, Cesare Sannipoli, Michele Sarli.
"Dopo le ultime amministrative, nelle quali avete mandato un segnale inequivocabile alla dirigenza locale del partito, avevamo sperato che qualcosa potesse ancora cambiare. Dopo la sonora sconfitta, frutto di scelte sbagliate perpetrate da anni da un gruppo dirigente sempre uguale a se stesso, abbiamo sperato che qualcuno comprendesse che forse era giunto il momento di cambiare registro, con passi indietro non solo formali, da parte di chi negli anni ha rappresentato un modo di fare politica lontano da coloro che intendeva rappresentare.
Visto che dalla segreteria dimissionaria non giungevano messaggi che andassero in questa direzione, ma piuttosto si continuava a cercare in altri i responsabili della disfatta, senza una benché minima autocritica, abbiamo proposto a fine luglio un percorso innovativo caratterizzato da una forte discontinuità.
Abbiamo elaborato e condiviso un documento, approvato dall'Unione comunale (che era già stata sfoltita dalle "sospensioni" d'imperio della lista Liberi e Democratici). Subito dopo abbiamo individuato una persona che la grande maggioranza dell'Unione riteneva potesse esprimere al meglio gli assi portanti del documento, al punto da sottoscriverne la candidatura.
Dopo 2 mesi di temporeggiamenti si e' capito che il percorso in realtà non fosse condiviso dai soliti personaggi che hanno disconosciuto il documento in nome di una piu larga maggioranza da raggiungere (e non raggiunta).
Molti dirigenti - prosegue la lettera aperta - ritenuta non piu sopportabile la situazione e non volendo piu avallare i soliti e stranoti sistemi che hanno contraddistinto la vita del partito negli ultimi anni hanno deciso di auto sospenderai o dimettersi dall'Unione comunale. Sordi anche a questo ultimo appello, quella esigua minoranza ha deciso di procedere comunque, calpestando ciò che rimaneva dei normali processi all'interno di un partito, nominando un nuovo segretario.
Avevamo deciso di esprimere il nostro pensiero nelle sedi deputate - proseguono i 10 firmatari che motivano così la lettera aperta - ma il segretario uscente, peraltro dimissionario, non ce lo ha consentito - non convocando gli auto sospesi - all'Unone del 29 settembre, nel corso della quale i 18 presenti (su 52 eletti) hanno ben pensato di nominare il nuovo segretario".
La lettera si chiude con le "forti perplessità sulla aridità della riunione e sulla conseguente votazione" ma anche con la volontà " di informare gli elettori perché non sempre le cose sono come vengono raccontate".
"Abbiamo sentitola necessita di chiarire a tutti che un gruppo di persone, ognuno con la sua storia, cin il suo percorso politico, con la sua posizione, ha tentato di cambiare le cose, sedendosi intorno ad un tavolo e ragionando senza retro pensieri e mire personali. Abbiamo sentito il dovere di dirvi cosa avremmo voluto fare".
Gubbio/Gualdo Tadino
02/10/2014 20:45
Redazione