Perugia. Ad Umbria Jazz il grande blues di Buddy Guy

Cappello con visiera, camicia hawaiana e stile da vendere: il mito del blues volato da Chicago a Perugia per esibirsi davanti ad un pubblico estasiato compie 80 anni il prossimo 30 luglio e si chiama Buddy Guy. Tutti in piedi appena sale sul palco impugnando la sua chitarra, tutti pronti ad applaudire per rendere omaggio all'ultimo dei grandi bluesmen. L'ultimo dei sette Grammy conquistati in carriera l'ha ottenuto l'anno scorso con il disco "Born to play guitar". Buddy Guy ha speso tutta la vita per suonare e rendere popolare il blues di Chicago di cui è universalmente considerato uno dei massimi interpreti. Il suo merito e'' stato quello di aver coniugato la tradizione blues della windy city con l''energia del rock & roll. Da questo punto di vista è stata enorme la sua influenza sui grandi chitarristi rock, Eric Clapton, su tutti, ma anche Jimi Hendrix, Keith Richards, Jeff Beck e Mark Knopfler. Ospite speciale della sua band, Quinn Sullivan, chitarrista sedicenne più che ragazzo prodigio: si candida a esponente della nuova generazione blues ed è l'erede di Buddy Guy che ieri lo ha presentato al pubblico di Umbria Jazz. Pubblico con il quale George "Buddy" Guy ha più volte interagito chiedendo di illuminare la platea per vedere in faccia i suoi spettatori che ha poi voluto salutare scendendo dal palco. Ad aprire il concerto la cantante Ruthie Foster, che ha sperimentato ed affinato la sua voce soul nelle chiese del Texas e che è candidata per il sesto anno consecutivo ai Blues Awards che saranno assegnati a Memphis il prossimo 6 maggio. Insomma: una notte di grande blues per tornare alle radici dell'America nera e del grande rock and roll