La scuola italiana si avvia verso la maturità, ma in una condizione drammatica: 1 studente su 2 non ha potuto avere accesso alle videolezioni, il Governo ha lasciato le scuole pubbliche a sè stesse e ora il Ministro dell'Istruzione, Lucia Azzolina, ha deciso che gli studenti reputati "carenti" potranno persino essere bocciati. Gli studenti questa mattina erano in piazza, a Perugia come in molte altre città d’Italia, per rivendicare un'inversione di rotta per l'istruzione pubblica: l'assenza di misure concrete per la didattica a distanza ha lasciato indietro i figli di lavoratori, se le lezioni online sono un flop nessuno dev'essere bocciato, serve un piano straordinario per garantire la riapertura delle scuole pubbliche in sicurezza, una maggiore assunzione di docenti e fondi per l’edilizia scolastica. Intanto il governo ha stanziato 150 milioni di euro a favore delle scuole private che devono essere immediatamente stornati a favore delle scuole pubbliche. I promotori della mobilitazione sono il Fronte della Gioventù Comunista e diversi Presidenti delle Consulte Provinciali degli studenti che hanno raccolto e rilanciato le rivendicazioni del mondo della scuola. A Perugia il presidio si è tenuto in Piazza del Bacio, davanti agli uffici della Regione, alle 10.30. Hanno aderito alle manifestazioni anche studenti universitari in mobilitazione per il rimborso delle quote degli studentati e delle tasse universitarie. “La crisi sanitaria” - hanno commentato gli studenti presenti in piazza- “si è presto trasformata in una crisi sociale ed economica di cui a pagarne le spese saranno soprattutto le classi popolari. Durante lo scorso mese abbiamo avviato una raccolta firme tra gli studenti Unipg per richiedere l’abolizione della rata primaverile, che poi abbiamo inviato al Rettore e alla segreteria del Rettorato, senza ricevere all’oggi risposta alcuna. Non accetteremo di non essere ascoltati!" In piazza sono state mantenute le distanze di sicurezza di almeno un metro tra i partecipanti.