Era attesa da Roma la risposta relativa al futuro dei lavori sulla Pian d'Assino, nel tratto da Mocaiana a Montecorona, fermi da mesi per il problema della scadenza della VIA, la Valutazione di impatto ambientale.
E giovedì sera si è svolto presso il Ministero dell'Ambiente l'incontro con i vertici ANAS per capire, nei meandri delle norme e delle procedure in essere, quali spazi di manovra possibili per far ripartire i lavori in breve tempo. La fumata, da indiscrezioni trapelate, sarebbe bianca, perchè dai riscontri avuti nell'analisi della vicenda è emerso che non è necessario disporre una nuova procedura per la VIA – che avrebbe richiesto mesi e mesi di tempo – ma che è sufficiente rinnovare entro la fine dell'anno quella esistente e nel frattempo scaduta. Le caratteristiche dell'opera dunque rendono possibile questo passaggio in tempi rapidi, tanto che già da ieri sera è stato costituito un comitato tecnico composto da soggetti di Ministero e Anas, per definire l'esatta procedura, atto che fa ritenere più che plausibile che la VIA, valutazione di impatto ambientale esistente possa essere rinnovata già entro il mese di dicembre. Questo significa che la ripartenza lavori potrebbe avvenire nei primi mesi del 2019, con la posa della prima pietra, termine dal quale l'arteria viaria dovrà essere completata entro i 18 mesi successivi. E sarà ancora la società Collini di Trento – che aveva allestito il cantiere e iniziato le prime operazioni di disboscamento – a riprendere le operazioni.
Se per la Pian d'Assino dunque l'empasse sembra superato, restano scure le nubi sul futuro della Perugia-Ancona nel tratto marchigiano. Non resta in forse la ripresa dei lavori – anche perchè pende il rischio risoluzione del contratto con penali pesantissime – ma grava su 26 aziende umbre il concordato della Astaldi con la procedura commissariale che ha congelato i crediti, senza che vi sia un appiglio giuridico per recuperarli. Non manca tanto una volontà politica – con Regione e ANCE, sindacato costruttori di Confindustria, in campo per rivendicare i pagamenti pregressi – ma è la legge che finisce per rendere quasi impercorribili le strade dell'esecuzione dei crediti stessi. I fornitori in questa fase starebbero trattando un nuovo contratto che però non prevede pagamento del pregresso. Per strada, è il caso di dire, rischiano di rimanere crediti per oltre 20 milioni. Una mazzata che di questi tempi potrebbe mettere in serie difficoltà più di un'impresa edile, nel già indebolito panorama umbro.
Gubbio/Gualdo Tadino
10/11/2018 17:34
Redazione