Ha preso il via stamani ad Assisi la prima edizione di “Wonder ways in Assisi – Cammini in fiera”, la quattro giorni dedicata ai cammini religiosi e naturalistici che si svolge nella città di San Francesco fino al 24 settembre. “Quest’anno vogliamo fare un salto di qualità per puntare ad una vera e propria strutturazione dei cammini in prodotto turistico” - ha detto il vicepresidente della Regione Umbria con delega al Turismo, Fabio Paparelli, durante la tavola rotonda dal titolo “Sviluppo della rete dei cammini: quale ruolo per gli enti pubblici?” alla quale hanno preso parte tra gli altri, il dottor Paolo Piacentini del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, il vescovo ausiliare di Perugia e presidente del Consorzio Umbria & Francesco's Ways, monsignor Paolo Giulietti, e l’assessore al Turismo del Comune di Assisi, Eugenio Guarducci. A seguire subito dopo la tavola rotonda, si è tenuta la cerimonia del taglio del nastro. Nel corso dell’incontro Paparelli ha ricordato che già lo scorso anno 5 cammini del centro Italia (Via di Francesco, Cammino Francescano della Marca, Cammino di San Benedetto, Via Francigena e Via Amerina) sono stati percorsi da giornalisti e bloggers provenienti da tutto il mondo per 412 km complessivi. Tutto questo è stato “Italian wonder ways” con le regioni Umbria, Lazio, Toscana e Marche “artefici e protagoniste di quello che sicuramente ha rappresentato, su scala nazionale, l’evento più importante dell’anno nazionale dei Cammini indetto dal Mibact nel 2016, grazie ad una manifestazione che è risultata estremamente significativa nel far conoscere e promuovere l’importantissima rete degli itinerari del Centro Italia”. Quest’anno, sulla base della precedente “proficua esperienza”, la città di Assisi si è impegnata pertanto ad organizzare la seconda edizione dell’evento, questa volta con protagonisti “36 tour operator arrivati da tutti e 5 i continenti che hanno percorso nei giorni scorsi – ha ricordato l’assessore Paparelli – i cammini per iniziare a testarli e per essere poi in grado di promuoverli e di ‘venderli’, perché l’obiettivo che dobbiamo perseguire è quello di strutturare sempre di più questo prodotto turistico e farlo conoscere per renderlo quindi commerciabile”.