Progetto "Bussola": presentati i risultati dell'iniziativa di Confindustria e Regione

Avvicinare le famiglie e giovani studenti alla filiera formativa tecnico scientifica perché più vicina alle esigenze delle imprese e quindi con maggiori possibilità di sbocchi occupazionali. È stato questo l’obiettivo del Progetto "Bussola" - promosso dalla Regione Umbria e realizzato da Sistemi Formativi Confindustria Umbria – che attraverso molteplici attività ha stimolato i ragazzi ad assumere una scelta consapevole sul proprio futuro post-scolastico, tenendo in considerazione sia le proprie attitudini e aspirazioni, sia le opportunità che il mercato del lavoro offre, nonostante la crisi, a coloro che hanno voglia di specializzarsi negli ambiti tecnici e scientifici oggi richiesti dalle imprese che necessitano di tecnici sempre più qualificati. I risultati sono stati illustrati durante una conferenza stampa cui hanno partecipato l’assessore regionale all’Istruzione Carla Casciari e il presidente di Sfcu-Sistemi Formativi Confindustria Umbria Gabrio Renzacci. “Le imprese, nonostante la crisi economica – ha sottolineato Renzacci - sono sempre alla ricerca di profili tecnici fortemente qualificati e specializzati. La formazione tecnica realizzata in stretta collaborazione con le imprese è quella che offre infatti maggiori opportunità ai nostri giovani, ma richiede ancora, nel nostro paese, un grosso lavoro di promozione e orientamento, nonché un importante cambiamento culturale che dobbiamo a tutti i costi favorire per il bene dei nostri giovani e nell’interesse dell’economia del paese”. Il progetto Bussola ha coinvolto complessivamente quasi 400 studenti delle classi V di sei scuole secondarie di secondo grado (superiori) e delle classi III di sette scuole secondarie di primo grado (medie) umbre coinvolte nel progetto. Le ore di orientamento sono state 280 dedicate a: sessioni di orientamento in aula, incontri fra studenti, famiglie e orientatori del mondo del lavoro e visite aziendali in alcune imprese umbre: Colacem, Garofoli, Gruppo Tiberina, N.c.m, OMA Foligno, Tarkett e Toppetti. Inoltre gli studenti hanno avuto l’occasione di partecipare alle lezioni dell’Its Umbria (Istituto tecnico superiore) e di confrontarsi con gli esperti dell’Its Umbria. L’Its è la scuola di alta specializzazione post diploma di durata biennale e gratuita con una didattica prevalentemente laboratoriale e pratica partecipata dalle imprese del territorio. L’Its è attualmente costituito da tre diversi percorsi formativi: meccatronica, casa e agroalimentare. Un quarto percorso formativo partirà nel 2015 e sarà dedicato alle Biotecnologie. “Gli studenti umbri e le loro famiglie – ha detto la vicepresidente della Regione Umbria con delega all’Istruzione, Carla Casciari - tendenzialmente continuano a scegliere i licei per l’istruzione obbligatoria di secondo grado a scapito delle scuole tecniche e degli istituti professionali che, nell’immaginario collettivo, vengono classificate come le scuola per i ragazzi meno motivati. Allo stesso tempo, da più parti e da ricerche, emergono invece gli esiti negativi dell’eccessiva “liceizzazione”, avvenuta con il riordino del ciclo di studi degli Istituti tecnici e professionali della Riforma Gelmini, che ha gravemente indebolito la componente pratica dei curricula allentando il rapporto tra scuola e mondo del lavoro svalutandone i diplomi”. “A tal fine – ha reso noto la vicepresidente – le Regioni chiederanno al ministro per l’Istruzione di rivedere la struttura degli istituti professionali attraverso un forte investimento metodologico per il superamento del modello “liceale” di apprendimento, recuperando invece quell’approccio pedagogico di stampo europeo, caratterizzata dalla valorizzazione del lavoro e dal potenziamento della didattica laboratoriale anche attraverso l’incremento delle ore dedicate alle materie professionalizzanti, rendendo così concretamente operative le diverse forme di alternanza scuola – lavoro”. La vicepresidente ha annunciato che il Programma Operativo Nazionale Istruzione prevede con la nuova programmazione comunitaria fino al 2020 risorse pari a 38 milioni di euro che permetteranno di finanziare progetti e attività innovative nel campo della formazione anche per contrastare la dispersione scolastica.