In Umbria l’attività economica cresce meno che in Italia; le attese per il 2019 risentono di un clima più incerto, che a sua volta si appesantisce alla luce della crisi del sistema politico locale e di nuove imminenti elezioni in autunno. Ma due vizi strutturali minano alle radici lo sviluppo dell’economia regionale: la bassa produttività del lavoro e il contenuto grado di innovazione delle imprese.
E' la fotografia, con molte ombre e qualche luce ottimistica, immortalata dal nuovo rapporto annuale di Banca d'Italia per l'Umbria, presentato la scorsa settimana in due diverse sessioni, a Perugia, alla sala dei Notari e a Terni. Se ne parlerà stasera nella rubrica "Trg Plus" in onda alle ore 20.50 su TRG.
Il lavoro, illustrato dal direttore regionale di Bankitalia, Nicola Barbera, è stato coordinato da Marco Guaitini, con i ricercatori Daniele Marangoni e Lucia Lucci.
Nel dettaglio settoriale, la produzione industriale, secondo il rapporto Bankitalia, ha rallentato; quella agricola si è stabilizzata dopo il forte calo del biennio precedente. La vera novità è che dopo lungo tempo emergono segnali di recupero nell’edilizia, sia
residenziale sia pubblica. Vendite in calo nel commercio mentre i flussi turistici si attestano sopra i livelli pre-terremoto, ma restano pressoché invariati rispetto a inizio anni Duemila.
Infine, ed è una conferma, accelerano le esportazioni (alimentari, abbigliamento e metalli in particolare), ma si indeboliscono consumi e investimenti.
Il rapporto di Banca d'Italia per la nostra regione non analizza solo i trend economici delle imprese ma focalizza anche fiducia e dinamiche del pianeta famiglia. Sul quale ad esempio pesa l'andamento dell'occupazione, che resta ancora stazionaria, dato nel quale diventa incoraggiante l'aumento di nuovi contratti stabili per le molte trasformazioni di posizioni a tempo determinato. Il reddito disponibile delle famiglie aumenta di poco ma le situazioni di povertà restano diffuse.
La crescita dei finanziamenti all’economia ha rallentato, fino ad annullarsi; i prestiti alle imprese sono tornati a diminuire. In lieve aumento la spesa delle amministrazioni locali, anche per i rinnovi contrattuali del personale. Infine sempre la ricerca di Bankitalia sottolinea l'accelerazione dell’attuazione dei programmi comunitari dove però resta inferiore al resto del Paese e ai livelli del precedente ciclo la percentuale di risorse europee effettivamente utilizzate nella nostra regione. Anche sotto questo punto di vista, è necessario con il contributo di tutti, istituzioni pubbliche e soggetti privati, un deciso cambio di passo. Anche perchè senza di questo, la crisi in Umbria rischia davvero di incancrenirsi.
Perugia
17/06/2019 15:11
Redazione