Regione, Barberini attacca: "Contro di me sgarbo politico e personale": stasera lunga intervista a "Trg plus" (ore 20,50)

Non intende ritirare le sue dimissioni l'ormai ex assessore regionale alla sanità Luca Barberini. Lo ha dichiarato stamani in conferenza stampa a Palazzo Cesaroni, in una sala affollatissima sia da giornalisti ma anche da molti addetti ai lavori della politica e della sanità. Non ritirerà le sue dimissioni senza che ci siano passi in avanti dalla controparte. Leggasi la presidente Catiuscia Marini. Barberini ha parlato di "crisi politica" nata perchè all'interno del Partito Democratico c'è chi come lui ed altri componenti intendono innovare, uscendo da logiche che appartengono ad un modo di interpretare la politica che non è più attuale "Invece ho avuto la chiara percezione che il mio ruolo dovesse essere quello di un semplice notaio chiamato a ratificare decisioni altrui" ha puntualizzato in uno dei passaggi più forti del lungo intervento. "Non ci sono problemi di persone, se qualcuno pensa sia tutto dovuto alle scelte dei dirigenti della sanità. Certo, quelle scelte non le condivido ma il problema è' sia di metodo che di merito". Barberini ha richiamato la necessità di un "Lavoro di squadra reale, non una semplice ratifica, ma forse da parte mia c'è' stata troppa ingenuità in questa aspettativa. Ho avuto la sensazione che le decisioni fossero già prese prima che io le sapessi. Dovevo essere solo la persona che doveva dire " mi sta bene". Ho provato a chiedere un nuovo confronto alla Presidente in vista della scadenza che non era immediata ma il 29 febbraio, ma la risposta è stata la nomina dei direttori in mia assenza". Il tutto porta Barberini a concludere: "Considero tutto questo uno sgarbo politico e personale: nei miei confronti ma anche verso quei cittadini che in questi anni mi hanno sostenuto (anche se - ha puntualizzato - mi sono candidato solo 2 volte). Quando si parla di queste decisioni sembra che si parli di una lotta tra bande - ha proseguito - ma non è così e non può diventare questo. I direttori sanitari sono l' anello di congiunzione tra i problemi e le soluzioni: del resto la sanita copre oltre il 75%del bilancio regionale e allora servono persone che sappiano ricostruire un modello nuovo, perché nella nostra piccola Umbria ci sono troppi ospedali e invece serve più attenzione al territorio. Chiediamo qualità competenza, esperienza ma anche capacità di interpretare il territorio e le esigenze dei cittadini in modo innovativo, cosa che chi siede in certe stanze da almeno 20 anni non può certo garantire". Sulle figure dei dirigenti, vero pomo della discordia, si è' soffermato l'esponente folignate del Pd: "I direttore generale non si estraggono dal bussolo come alle tombola. Non discuto le singole nomine ma il metodo. La mia idea era di provare a cambiare la regione con chiari segnali di discontinuità. A me starebbero anche bene in nomi, anzi a dirla tutta avrei preferito che ad esempio Emilio Duca restasse in assessorato perché conosce bene il meccanismo di questo settore. Discuto invece a chiare lettere il nome di Orlandi, non per la persona ma penso che in sanita quando si è al governo da oltre 20 anni e' ora di cambiare" frase sulla quale dalla sala e' partito un applauso. "A figure che occupano da troppo tempo gli stessi ruoli manca la spinta propulsiva". È così Barberini ha ricordato come lui in questi 20 anni abbia fatto tante attività diverse, tra cui il commercialista, ma anche il volontario, l'operatore in oratorio o in occasione del sisma del 97. In tutti questi anni "certe persone sono sempre state nelle stesse stanze". In definitiva se avesse ceduto e accettato la nomina di Walte Orlandi nell'assessorato sarebbe passato un messaggio: "Che sarei stato sotto tutela. Da qui anche la metafora del cane da guardia, senza alcuna offesa. E allora mi chiedo: Potevo restare? Ho le mie idee e il mio lavoro. Ho lasciato una poltrona senza che nessuno me lo chiedesse - ha proseguito Barbetini - e ho visto l'impossibilità di essere utile per costruire qualcosa. È' stata una scelta meditata, sofferta ma dovuta". A chi gli ha chiesto cosa farà ora si è' limitato a dire: "Oggi pomeriggio sarò a Gualdo Tadino per andare a trovare al cimitero mio nonno, medaglia al valore civile per aver salvato persone con una ambulanza durante la guerra. Gli chiederò scusa perché faccio parte di un partito nel quale alcuni hanno definito me e la mia area, "la destra più becera". Ecco di fronte a queste accuse nessuno dai vertici del Pd mi ha difeso". Quanto al futuro della legislatura, Barberini ha annunciato per l'inizio di marzo una proposta di legge di riforma della sanità umbra profonda. Un test di confronto probante all'interno del Pd regionale anche se prima ancora, sarà il voto sul Bilancio a dire se davvero esiste ancora una maggioranza a sostegno del Governo Marini.