A ormai più di due settimane dalla virale diffusione di un video hardcore attraverso una delle più conosciute piattaforme di instant messaging, le vittime della vicenda, a mezzo del proprio avvocato Tiziana Zeppa, hanno presentato una denuncia presso la Procura della Repubblica di Perugia al fine di individuare, ai sensi della legge 69/2019, entrata in vigore proprio venerdì 9 agosto, i responsabili della indebita diffusione del video. Va da sé che la divulgazione delle immagini in oggetto ha lo scopo deliberato di diffamare, con insinuazioni abiette, due persone che non hanno commesso alcun reato.
La legge è stata ispirata dalla tragica vicenda di Tiziana Cantone (nella foto) suicidatasi dopo la divulgazione di video attraverso i social che la ritraevano in situazioni di intimità.
Secondo questa nuova legge, pubblicare infatti sul web, video e immagini tra adulti a esplicito contenuto sessuale non è infatti un reato e rimane nell’ambito delle inclinazioni personali quali il voyeurismo o l’esibizionismo, di sicuro non condivisibili da tutti ma non certo aperti al grande pubblico e volutamente fruibili solo dagli appassionati, che rimangono e vogliono rimanere sempre anonimi in questo gioco: il materiale in oggetto rimane relegato in siti web specifici dove i frequentatori hanno sicuramente le stesse inclinazioni di chi li pubblica, facendo sì che rimanga confinato nel mondo virtuale delle trasgressioni per adulti.
In questa vicenda, come in quella della Cantone, "chi ha diffuso il video al di fuori dei siti deputati alla loro pubblicazione, lo ha fatto con lo scopo deliberato di far individuare i protagonisti del video a tutti i destinatari, in pratica l’intera città di Gubbio e non solo - spiega nell'intervista a TRG l'avv. Zeppa - In ogni caso le indagini della magistratura avranno ampia facoltà di individuare i responsabili di questo gesto incivile e di perseguirli nelle sedi opportune. Chi li ha riconosciuti nel web e ha scaricato il filmato per poi condividerlo attraverso la piattaforma di instant messaging, come coloro che hanno addirittura rinominato il file con il cognome di uno dei protagonisti, hanno commesso, ai sensi della suddetta legge denominata “Revenge Porn”, un reato molto grave.
Difatti questa nuova norma, che si adegua ai tempi che corrono, ha lo scopo di prevenire le azioni disperate come i casi di suicidio avvenuti purtroppo a seguito di episodi similari.
E’, a nostro parere, deprecabile sul piano deontologico anche l’atteggiamento che certa stampa ha tenuto nell’immediatezza della vicenda e che ha contribuito attraverso una pruriginosa dovizia di particolari assolutamente inopportuna, a farne individuare i protagonisti anche a chi non possiede uno smartphone o non usa il computer.
Comprendiamo molto bene che d’estate la cronaca è spesso avara di notizie, specie in provincia, ma ci duole constatare che il comportamento di alcuni organi di informazione ha travalicato il diritto-dovere di cronaca, poiché la notizia è in sé inesistente, non prefigurandosi alcuna fattispecie di reato a carico dei due protagonisti.
Se reato c’è stato, è invece quello commesso ai loro danni. La diffusione a mezzo stampa di questa non-notizia ha invece favorito un gratuito linciaggio mediatico nei confronti di due persone che non hanno commesso nulla di male e che non avrebbero mai voluto suscitare tanto clamore intorno a loro".
E l'avv. Zeppa sarà ospite della puntata speciale di "Trg plus" in onda in replica oggi lunedì ore 13,30.