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Sanità: minoranza Regione denunciano assenza confronto. Chiesto "cambio passo" su riforma Servizio sanitario regionale

Sanità: minoranza Regione denunciano assenza confronto. Chiesto "cambio passo" su riforma Servizio sanitario regionale

Denunciano una assenza di confronto con la comunità umbra per un "arroccamento" e chiedono un percorso di partecipazione e di elaborazione condivisa, un "cambio di passo", relativamente al piano di riforma del Servizio sanitario regionale, recentemente avanzato dalla Giunta regionale i gruppi di minoranza dell'' Assemblea legislativa (Pd, Patto civico per l'' Umbria, Misto, M5S). Che attraverso i loro presidenti, hanno anche presentato alcune proposte, con una prima idea di pacchetto elaborato. Idee illustrate oggi in una conferenza stampa in streaming. Per il portavoce della minoranza Fabio Paparelli (Pd) bisogna "aprire una discussione sul nuovo piano sanitario che non può prescindere da tutti gli attori e da due punti: il rafforzamento del sistema sanitario pubblico e la valorizzazione della professionalità e della rete di medicina territoriale che abbiamo". Da scongiurare a suo avviso è sia una azienda ospedaliera sia una Asl unica. "Se si ragiona su una semplificazione - ha detto - ragioniamo allora su due aziende, una del nord e una del sud dell'' Umbria, per realizzare innovazione e integrazione, due punti fondamentali". Quella richiesta e auspicata è quindi una "integrazione orizzontale", non invece verticale e che accentra, tra aziende ospedaliere e Asl, "per una sanità territoriale che dà servizi in maniera omogenea", secondo quanto rimarcato dai vari rappresentanti dei gruppi di minoranza. Di "sanità per tutti e di tutti", di un sistema sanitario "più equo ed efficiente" e di "condivisione vera dei contenuti, delle scelte e delle prospettive" ha parlato Tommaso Bori (Pd) sottolineando poi la contrarietà "ad un percorso annunciato in campagna elettorale da parte della presidente della Giunta regionale Tesei che va verso la privatizzazione della sanità e che guarda ad un modello lombardo che si è dimostrato molto fragile durante l'' emergenza sanitaria Covid-19". Bori chiede inoltre "un utilizzo condiviso e corretto dei fondi che arrivano da governo ed Europa per rafforzare la sanità pubblica". "Per favorire il privato l'' ideale è non far funzionare pubblico, ed è quello che sta accadendo" ha aggiunto il presidente del gruppo Pd. Bori ha poi messo l'' accento su alcune questioni, come "l'' attuazione e non solo l'' annuncio" di un piano di abbattimento straordinario di liste di attesa, la "centralità" del tema del rafforzamento degli organici, la digitalizzazione della medicina e dei servizi, e il "rafforzamento" dei punti di primo soccorso nei territori. Il presidente del Gruppo Misto, Vincenzo Bianconi, vede "un'' opportunità incredibile per la sanità umbra dopo la disgrazia del covid". "Possiamo gestire risorse importanti - ha detto - con l'' opportunità di migliorare quello che già funzionava, non buttando quello che di buono c'' è". Anche secondo Bianconi "l'' assenza di confronto con le persone che hanno costruito la sanità umbra, con la minoranza, che rappresenta un bel pezzo della comunità, con i sindaci, gli operatori sanitari, è un approccio sbagliato". Thomas De Luca (M5S) ha successivamente denunciato che "si continua a lavorare sottobanco senza un percorso partecipato su un elemento essenziale che è quello della salute". "Se non capiamo la lezione che ci ha dato l'' emergenza pandemia - ha aggiunto - e che dai territori non si può prescindere allora non c'' è futuro. Ci sono ancora cittadini di serie A e di serie Z, nemmeno di serie B". Mentre la strada giusta anche per De Luca è quella dell'' integrazione orizzontale "si continua invece ad accentrare". "Invece di farsi più piccoli e leggeri facciamo strutture elefantiache che non fanno interessi di nessun territorio" ha concluso l'' esponente dei Cinque stelle. Il principale "errore", per Andrea Fora di Patto civico, "è quello di anteporre gli strumenti ai contenuti e obiettivi". "Il problema è il metodo - ha sottolineato - ed il tema non è legato nel dare un numero e un nome di provincia alle aziende ospedaliere. Prima di tutto vanno costruiti una visione e un percorso. Se non lo si vuole fare con la minoranza che almeno venga fatto con i territori, gli operatori, l'' università. Se non si costruisce una vera e reale medicina di territorio non c'' è futuro per la sanità. Bisogna partire dalle criticità, come liste di attesa e reparti che chiudono, valorizzando però quello che funziona".

Perugia
15/07/2020 19:12
Redazione
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