Non c'era nessun cantiere in atto, ma, loro chiedevano ugualmente crediti d'imposta a valere sul "bonus facciate" messo in campo dal Governo per sostenere l'edilizia in tempi di pandemia.
Sono finite nell'indagine della Guardia di Finanza umbra ben 53 persone fisiche e 10 imprese con l'accusa di emissione di fatture per operazioni inesistenti, truffa ai danni dello Stato, autoriciclaggio e illeciti amministrativi. A loro sono stati posti sotto sequestro 80 milioni di euro di crediti fiscali inesistenti e 3 milioni di euro in beni immobili e assest societari.
L'indagine del Gruppo investigazione criminalità organizzata della Polizia economico finanziaria era già partita da tempo e aveva consentito di porre sotto primo sequestro 9 milioni di crediti d'imposta fittizi.
In particolare i crediti erano creati attraverso la falsa attestazione di lavori edili mai realizzati, cedendoli poi a persone fisiche, alcune delle quali gravate da precedenti penali, o società private senza alcuna operatività concreta , mentre altri venivano monetizzati presso intermediari finanziari.
L'analisi incrociata dei dati inseriti nella piattaforma web della cessione dei crediti, con quelli della documentazione bancaria hanno consentito alle autorità di svelare la truffa.