Un incubo, durato 8 giorni, segregata in uno degli appartamenti popolari di via Santo Marzio a Gualdo Tadino, legata in alcune occasioni al letto, picchiata ed abusata sessualmente, in balia di un uomo in cui aveva riposto fiducia.
E' la storia di una donna, di cui opportunamente si omette il nome, di 44 anni, rumena, giunta a Gualdo Tadino lo scorso 9 giugno, su invito di un connazionale, che l'aveva individuata su Facebook e le aveva offerto un lavoro in città come badante. La signora, in condizioni di necessità, era partita dalla Romania e giunta speranzosa a Gualdo, a casa dell'uomo che le aveva offerto ospitalità in attesa di sistemarsi presso i nuovi datori di lavoro. Tuttavia quel lavoro per lei non è mai iniziato.
Dal 9 al 17 giugno è stata segregata in casa, alla mercè dell'uomo che avrebbe dovuto aiutarla e che invece l'avrebbe picchiata per costringerla ad obbedire alle sue necessità ed abusata. Di questa sua condizione di superiorità, il carceriere si sarebbe compiaciuto anche sui social, pubblicando una foto della donna in un post in cui scriveva:"Non mi dovete disturbare. Io sto bene così". Quella foto dove la signora appariva con sguardo triste e qualche escoriazione, ha preoccupato la figlia della signora che vive nel Lazio e che da giorni non riusciva a parlare con la madre. Ha preso coraggio e ne ha denunciato la scomparsa ai carabinieri di Aprilia che si sono messi in contatto con il Comando dei Carabinieri di Gubbio del capitano Fabio del Sette.
Subito sul posto gli uomini della stazione di Gualdo Tadino con il maresciallo Simone Mattei che si sono presentati alle case popolari della Monina ed hanno preteso dal romeno, trovato fuori in cortile, di entrare nel suo appartamento. La porta era chiusa con quattro mandate di chiave, quindi l'ingresso dei militari e l'abbraccio disperato della signora nel momento in cui li ha visti entrare e si è sentita finalmente liberata da un incubo .
L'uomo, nullafacente, detentore di una pensione di invalidità, di un sussidio di povertà e di una casa popolare, già gravato da precedenti penali, è stato tradotto al carcere di Capanne con l'accusa di sequestro di persona, lesioni aggravate e violenza sessuale. Stamani c'è stata l'udienza per la convalida dell'arresto con il fascicolo nelle mani del pm Greco.
La signora è stata affidata alle cure dell'ospedale comprensoriale ed ha potuto in queste ore lasciare il nosocomio ricongiungendosi con la figlia giunta appositamente dal Lazio.
Gubbio/Gualdo Tadino
19/06/2020 13:50
Redazione